CATANIA – Cinquanta associazioni catanesi si mobilitano contro la C-Star nave anti migranti di Generazione Identitaria, organizzazione di estrema destra, che si trova da 24 ore nel porto di Gazimagusa, Famagosta, a Nord di Cipro, città invasa nel 1974 dall’esercito turco. Il capitano sarebbe in stato di fermo per un controllo sulla documentazione.
Una destinazione che, a sorpresa, conferma che la rotta ufficiale è stata modificata.
LA ROTTA – Lo sbarco nel porto di Catania era stato previsto lo scorso 18 luglio, ma l’imbarcazione, una nave di 400 tonnellate di stazza varata nel 1975, che viaggia a una velocità di crociera di 7 nodi, è stata fermata per 3 giorni dalle autorità egiziane.
Pochi giorni fa, il 22 luglio, Defend Europe aveva annunciato: “Our ship the C-Star has crossed Suez canal this evening and navigates now in the Mediterranean Sea. She will join our activist crew in the next days in order to begin the Defend Europe mission!”. “La nostra nave, la C-Star, ha attraversato il Canale di Suez questa sera e sta navigando. Nei prossimi giorni saliranno a bordo i nostri attivisti per iniziare la missione Defend Europe”.
CAMBIO ROTTA – Dopo l’uscita dal Canale di Suez, anziché dirigersi verso Tripoli o la Sicilia, la C-Star ha deviato la rotta verso Nord Est. È proprio nel porto di Famagosta che la nave anti migranti sta radunando le truppe per iniziare la “missione”? Stanno soltanto facendo rifornimento? In realtà il capitano della nave sarebbe sottoposto a un controllo della documentazione.
L’autonomia, a cisterne cariche, è di circa 15-20 giorni.
L’OBIETIVO – I militanti di Defend Europe, secondo quanto risulta da fonti qualificate, temono possibili interventi da parte delle autorità italiane d’intesa con quelle francesi. Per questo avrebbero scelto, volutamente, di non approdare a Catania, ma di mantenersi, qualora fosse necessario, al largo della Sicilia, almeno a 15 miglia, al di fuori delle acque territoriali, per evitare controlli.
Considerando l’autonomia della nave, la C-Star può eseguire la prima “missione” senza effettuare nuovi rifornimenti di carburante, probabilmente non ci saranno attracchi nei porti controllati dalle autorità egiziane. Resta la Tunisia. Altro elemento di rilievo è che le missioni di salvataggio delle Ong si svolgono al largo di Tripoli. Se, per esempio, mentre Defend Europe intralcia le operazioni di salvataggio, qualche migrante perde la vita, qual è la competenza giudiziaria? Potrebbe essere la Procura che apre per prima l’indagine.
IL BUSINESS – Nel mese di giugno, con una raccolta di fondi online, Defend Europe aveva puntato sulla cifra di 100mila dollari. Hanno superato i 150mila dollari, le “donazioni” sono anonime e il contrasto dell’immigrazione potrebbe essere già un business, che attira soldi e consenso politico.