CATANIA – L’intesa non c’è ancora. Ma dopo il non certo tenero scontro all’assemblea dell’Ati di inizio gennaio, con la decisa presa di posizione da parte di alcuni primi cittadini, la strada che portava ad alzare le barricate ad oltranza è stata soppiantata da quella della diplomazia. La questione è quella dell’applicazione della convenzione da stipulare con la Sie, imposta poco più di un anno fa anche da una sentenza del Cga.
La mediazione
Ed allora, quelli successivi all’ultima assemblea dei sindaci sono stati giorni di mediazione. Dai toni accesi di inizio anno e dalla nomina di un commissario ad acta da parte del governo regionale si è passati ad un lavoro di cucitura tra le due posizioni in gioco: sul piatto ballano miliardi di euro per le prossime tre decadi. Nell’incastro tra investimenti non più rinviabili su una rete che fa letteralmente acqua da tutte le parti, affidamenti diretti, incasso delle bollette nonché la immancabile e sempre evergreen faida tra le diverse posizioni politiche, la convezione non ha convinto tutti (per dirla con un eufemismo).
Gli emendamenti
Nei giorni scorsi si è lavorato su due fronti. Due distinti incontri ristretti (uno politico tra i primi cittadini, un’altro più tecnico assieme ai funzionari dell’Ati) hanno prodotto alcuni emendamenti che sono stati depositati ieri alla presidenza dell’Ambito territoriale idrico. Il presidente e sindaco di Adrano, Fabio Mancuso, ha chiesto al massimo un paio di giorni per poterli far visionare ai suoi dirigenti.
In una convenzione che non ha molti margini di manovra sui quali poter intervenire, i punti salienti rimangono legati agli appalti e agli affidamenti: il calcolo del montante rispetto all’appalto e l’aumento della fideiussione bancaria. Nella mattina di ieri, complice un convegno organizzato in un hotel della Plaja, l’assessore regionale Roberto Di Mauro e Fabio Mancuso due battute sulla vicenda le hanno scambiate.
Assemblea entro il 29 febbraio
Di certo, entro la fine del bisestile mese di febbraio verrà riconvocata l’assemblea che deciderà definitivamente sulla questione: diplomazia o meno, la resa dei conti sulla battaglia dell’acqua è ormai arrivata.