Catania, disabilità: "Autistico? Niente casa in affitto" - Live Sicilia

Catania, “Figlio autistico? Niente casa in affitto”

La denuncia di un padre che dopo lo sfratto non riesce a trovare un nuovo alloggio
DISABILITÀ
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CATANIA – Cerca casa, ma i proprietari spariscono quando vengono a sapere che il figlio è disabile: è l’assurda avventura in cui si è trovato un cittadino di Catania, Giovanni Strano, che denuncia la situazione in una lettera.

Strano ha vissuto con la sua famiglia, in cui c’è anche un figlio autistico, in un appartamento in affitto, da cui è stato sfrattato perché la proprietaria ha intenzione di vendere la casa. Ora la famiglia ha tempo fino a febbraio del prossimo anno per trovare un nuovo alloggio, ma dopo aver iniziato a cercarlo il signor Strano ha fatto l’amara scoperta: non basta nessuna garanzia né carta in regola, nel momento in cui apprendono della presenza di un inquilino autistico i potenziali affittuari chiudono la porta. “Lo trovo profondamente assurdo – si legge nella sua lettera – e onestamente mi sento offeso dalla ignoranza e dalla disinformazione nei confronti dell’autismo e della disabilità in genere”.

Il testo integrale della lettera

A Febbraio 2023 dovrò lasciare l’appartamento dove vivo in affitto, da diversi anni, con la mia famiglia. Scade, infatti, la proroga concessami dal Tribunale Civile di Catania a seguito dell’azione di sfratto promossa dalla proprietaria. Preciso che le determinazioni della proprietaria di procedere allo sfratto risiedono nella sua precisa volontà di vendere l’appartamento i cui canoni di locazione ho sempre puntualmente versato sino ad oggi, ma che purtroppo non sono in grado di acquistare per le condizioni poste dalla parte venditrice.

Pertanto, da più di un anno ho iniziato a cercare un’altra abitazione in affitto, preferendo la zona centrale della città di Catania, ma con immenso stupore ho potuto constatare enormi difficoltà. A prescindere dagli immobili fatiscenti (dai prezzi, peraltro, molto elevati) che, in questi mesi, ho avuto modo di visitare, l’ostacolo più grande è rappresentato dal fatto che ho un figlio affetto da disabilità.

Eh si… mi sono reso conto, mio malgrado, che proprio la disabilità comporta una condizione ostativa alla possibilità e al diritto di trovare un’abitazione in affitto. Infatti, tutte le volte che ho creduto di aver trovato l’abitazione adatta per me e per la mia famiglia, fornito le necessarie garanzie richieste, allorchè, per correttezza, ho evidenziato di avere un figlio disabile, improvvisamente mi è stata chiusa la porta in faccia.

Sinceramente, non riesco a comprendere le ragioni di tale atteggiamento che, comunque, mi addolora, visto che si discute frequentemente del fenomeno della disabilità nelle famiglie e nella società, ma soprattutto del fatto che proprio la disabilità non deve significare diversità, ma inclusione. Invece, così non è e, dalla mia esperienza, ho concluso che viviamo in una società decisamente ipocrita.

“La diversità impedisce a mio figlio di trovare un tetto”

Mio figlio ha 8 anni ed è affetto da autismo. È un ragazzino come tutti gli altri forse un po’ speciale. Frequenta regolarmente la scuola, è seguito con costanza da noi familiari e da specialisti, ama il rapporto con gli altri ed è tranquillo. Bisognerebbe conoscerlo per capire quanto c’è da imparare da lui, dalla sua diversità, dai suoi progressi; ma è appunto la sua diversità che gli impedisce di trovare un tetto dove vivere, pur essendo in grado di corrispondere un affitto.

Tutto questo lo trovo profondamente assurdo e onestamente mi sento offeso dalla ignoranza e dalla disinformazione nei confronti dell’autismo e della disabilità in genere. E’evidente che persiste un serio problema culturale e a farne le spese sono sempre le persone come mio figlio e la famiglia. Spero di ricredermi su tanto ostruzionismo, soprattutto per il benessere di mio figlio che ha diritto ad avere una vita serena, nonostante la sua condizione che non può, ribadisco, essere motivo di discriminazione.

Sentivo di far conoscere la situazione in cui vivo attualmente con la mia famiglia non perché credo di trovare una soluzione, ma perché penso che sia giusto far sapere che non è vero che la disabilità non è diversità e la mia storia ne è la prova.


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