CATANIA – Più che provocare scossoni, il voto europeo a Catania non ha fatto altro che cristallizzare i rapporti di forza all’interno dei singoli partiti. In quella che è una partita (il gioco di parole è involontario) che sul fronte delle coalizioni cambia corso e verso a seconda che si parli di centrodestra o centrosinistra.
Fattore astensionismo
Anche a Catania, il partito di maggioranza relativa si conferma essere quello dell’astensionismo: tema non locale, certo, ma che resta un fattore imbarazzante al netto di una classe dirigente che in tutte le interviste dal tono del dopopartita spiega sempre di “voler parlare alla gente”. Ma tant’è.
Derby FdI/FI
Sono Fratelli d’Italia e Forza Italia le compagini che si contendono lo scettro del primato alle falde dell’Etna. I meloniani si sono imposti in città mentre gli azzurri l’hanno spuntata in provincia. In entrambi i casi oltrepassando il quorum del 20%.
A sinistra
Molto più staccate tutte le altre forze politiche con il Movimento 5 Stelle che fa segnare il passo (in città, oltrepassata comunque l’asticella del 18%) pur affermandosi come terza forza locale e con un Partito Democratico che sembra principalmente avere beneficiato a piene mani dell’effetto Schlein con la sua chiusura di campagna elettorale a piazza Currò.
Ma sul fronte progressista l’exploit lo fa Alleanza Verdi e Sinistra del segretario Pier Paolo Montalto che a Catania coglie un 6,43% di tutto rispetto (5,09% in provincia).
Lega e Sammartino
Capitolo a parte quello della Lega. L’affermazione dell’ex sindaco di Catania e parlamentare uscente Raffaele Stancanelli (oltre 3 mila preferenze in città e più di 21 mila in provincia) imprime il sigillo politico di Luca Sammartino che, in attesa dell’esito del ricorso sulla sospensione da assessore regionale dopo l’inchiesta di Tremestieri, conferma senza discussioni la sua leardeship all’interno della Lega.
Tomarchio all’Ars
Ma torniamo a Forza Italia dove si registra un fatto che oltre il voto diventa sostanza. Detto del contributo decisivo degli autonomisti di Raffaele Lombardo alla causa dell’ex candidata all’Ars per il centrosinistra, Caterina Chinnici, l’elezione di Marco Falcone libera di fatto uno scranno in Assemblea. E come abbondantemente risaputo quel posto verrà occupato dal primo dei non eletti tra i forzisti: ovvero, l’attuale assessore comunale, Salvo Tomarchio.
Papabili per la giunta
Un gioco di domino che libera a sua volta un’altra casella, quella nella giunta Trantino. Posto naturalmente blindato per Forza Italia e per il quale in pole figurano (in rigoroso ordine alfabetico) Massimo Pesce e Antonio Villardita.
In provincia
Ultima considerazione a margine per le amministrative. In provincia si andava al voto in appena quattro Comuni: Aci Castello (conferma di Scandurra), Motta Sant’Anastasia (Bellia), Ragalna (Caruso), Zafferana Etnea (bis per Russo). Con le dovute eccezioni e nel mescolamento delle liste civiche il dato che rimane è sempre l’affermazione del centrodestra.