Catania, Elena (forse) sedata prima di essere uccisa Live Sicilia

Elena sedata prima di essere uccisa? Disposto test tossicologico

Gli ultimi tasselli dell'indagine sull'omicidio della piccola.
IL DELITTO DI MASCALUCIA
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2 min di lettura

CATANIA – La piccola Elena, prima di essere stata uccisa dalla mamma Martina Patti lunedì pomeriggio, potrebbe essere stata sedata. È questa l’ipotesi che la Procura di Catania ha chiesto di verificare ai consulenti nominati. La verità arriverà dal test tossicologico che ieri sera è stato svolto in concomitanza all’autopsia. Uno scenario che rende ancor più raccapricciante la ricostruzione della dinamica dell’omicidio. Una dinamica a cui via via si aggiungono altri tasselli. Come i buchi trovati nel sacco nero in cui era infilato il cadavere della bambina.

E da qui partono molti interrogativi: quando Elena è stata sedata? Forse a casa. Martina Patti studia scienze infermieristiche: potrebbe aver messo un sedativo in quell’ultimo budino mangiato dalla figlia prima di uscire. La piccola potrebbe essere salita in macchina dove si sarebbe addormentato. Poi appena la Fiat 500 (dove non sono state trovate tracce ematiche) è arrivata all’incontro di via Turati potrebbe aver parcheggiato l’auto accanto al tabellone in metallo usato per attaccare avvisi e manifesti sulla raccolta dei rifiuti. Martina avrebbe preso in braccio la bimba, portandosi dietro la zappa a due punte e i cinque sacchi neri. Poi, dopo aver camminato per qualche metro, avrebbe messo Elena nel sacco nero e l’avrebbe colpita con più fendenti. L’indagata racconta di aver usato un coltello da cucina, non trovato. Ma sin dal primo momento i carabinieri hanno lasciato aperte altre finestre: “Potrebbe essere stata colpita anche con un altro arnese”, ha affermato il comandante Rino Coppola martedì. E l’altro arnese potrebbe essere la zappa a due punte. In alcune ricostruzioni si è ipotizzato un finto gioco inventato dalla mamma per convincere Elena a mettersi il sacco in testa, che però fonti di LiveSicilia hanno bollato come “illazioni”.

Martina quindi avrebbe scelto di uccidere la figlia innocente nascondendola nei sacchi. Questo spiegherebbe perché non avrebbe avuto i vestiti sporchi di sangue ma solo le mani che avrebbe lavato a casa prima di andare dai carabinieri a denunciare il finto rapimento.

I pezzi da incastrare sono diversi. Ieri l’indagata ha deciso di rispondere alle domande della gip Daniela Monaco Crea. E lì ha confermato di averla uccisa da “sola nel campo”. Gli altri buchi – come li ha definiti il suo difensore, l’avvocato Gabriele Celesti, saranno tema “di approfondimento giudiziario”.

Le prime risposte arriveranno dall’autopsia sul corpicino di Elena, che ieri sera è terminata alle 21,30. Giuseppe Ragazzi, il medico legale che ha avuto il conferimento dell’incarico da parte della pm Assunta Musella, ha lasciato l’edificio H del Cannizzaro in auto e senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti. E si attendono gli esiti anche del sopralluogo degli esperti della Sezione Investigazioni Scientifiche di Catania nella casa al civico 55 di via Euclide a Mascalucia. A pochi passi dal pezzo di sciara diventato la tomba di Elena.


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