CATANIA – “Se lo vedi… tutto in italiano… sembra una signorina sembra”. Quando il Tribunale del Riesame riporta questa descrizione del presunto boss Francesco Russo – fatta da uno dei referenti dei Santapaola in città, il presunto capo della “stazione” di Catania, Carmelo Daniele Strano – i giudici puntualizzano: “Inteso come raffinatezza”.
Non voleva certo essere un insulto o un modo di sminuire colui che è ritenuto un capo. Tanto più che lo stesso Strano, poi, nel parla facendo capire che è uno che “conta”, nell’ambiente mafioso. Strano ricorda che a suo dire sarebbe mezzo compare di Enzo Santapaola e pure di Ciccio Napoli, l’ultimo presunto “uomo d’’onore riservato”, ritenuto in pratica il predecessore di Russo.
Il ricorso
Sta di fatto che Russo adesso è andato in Cassazione. Il ricorso è stato già presentato dal suo legale, l’avvocato Vito Di Stefano. Russo è accusato di associazione mafiosa aggravata dal presunto ruolo di capo. Sarebbe l’ultimo dei capi conosciuti del clan Santapaola Ercolano, il referente di uno dei più pericolosi clan di Cosa Nostra tuttora attivi.
È stato sempre Strano a far comprendere, in un’altra intercettazione, il profilo di uomo d’onore riservato di Russo. “Non vogliono che si menziona, che si fa il nome, capito? Perché se si fa il suo nome, anche se è innocente, lo devono arrestare. E si è fatto 5 anni l’ultima volta”, dice sempre Strano, durante le intercettazioni. Anche se in realtà, fanno notare i giudici del Riesame, Russo al processo Bulldog ha preso 6 anni, non 5.
La tesi difensiva
Il ricorso in Cassazione è stato depositato un paio di giorni fa, a seguito del deposito delle motivazioni del Tribunale di Libertà, potrebbe a breve ricorrere in Cassazione contro l’ordinanza. Va ricordato che l’imputato, tramite il difensore – personalmente non ha mai parlato con i giudici – si professa innocente.