Mafia a Picanello: lasciano il carcere altri 3 arrestati - Live Sicilia

Mafia a Picanello: lasciano il carcere altri 3 arrestati

Dopo la scarcerazione di Cuffari

CATANIA – Arresti domiciliari per altri tre catanesi coinvolti nell’operazione “Oleandro”. Erano tutti e tre finiti in carcere perchè ritenuti coinvolti negli affari della cosca di Picanello di Cosa Nostra. L’ordinanza non viene annullata, ma le misure cautelari vengono modificate. Lasciano il carcere il 49enne Alessandro De Luca, Corrado e Biagio Santonocito, rispettivamente di 61 e 33 anni.

Tre indagati la cui posizione è ritenuta evidentemente meno grave rispetto ad altri, tant’è che le esigenze cautelari vengono ritenute garantite comunque anche dalla misura meno afflittiva rispetto al carcere.

Il precedente

Il Riesame ha dunque accolto parzialmente il ricorso dell’avvocato Fabio Presenti. Qualche giorno fa il Tribunale della Libertà aveva invece totalmente accolto il ricorso per Michele Agatino Cuffari, rimesso in libertà, difeso anch’egli dall’avvocato Presenti. Cuffari è accusato di traffico di droga aggravato dall’aver agevolato uno dei gruppi più attivi del clan Santapaola Ercolano, in una zona dove tradizionalmente la mafia ha sempre fatto “affari”.

I giudici per lui hanno annullato l’ordinanza facendo cadere “l’aggravante mafiosa”. Il 33enne Cuffari è ritenuto uno spacciatore di marijuana. Nel corso delle indagini è stato sentito un presunto “cliente” che ha detto di aver comprato l’erba da lui una volta a settimana pagando 20 euro. In questa fase per lui l’aggravante, a seguito del pronunciamento del Riesame, è caduta.

L’indagine

Le indagini e il blitz sono stati condotti dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Catania. Le misure cautelari riguardavano 26 persone. I reati contestati a vario titolo agli indagati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso all’usura, estorsione, traffico e spaccio di stupefacenti.

L’inchiesta è partita da una precedente inchiesta, denominata “Tuppetturu”. Nel corso delle attività tecniche, in quel contesto, alcuni appartenenti al clan Cappello e al clan Cintorino, parlando tra loro, avrebbero fatto riferimento al gruppo di Picanello. A quel punto le Fiamme Gialle hanno deciso di vederci chiaro.


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