CATANIA – Il gruppo dei Nizza, una delle più agguerrite cosche legate al clan Santapaola di Catania, nell’ottobre del 2020 truffò alcuni narcos calabresi. La modalità? Tra uomini d’onore e trafficanti ci si incontra in situazioni amichevoli, almeno in apparenza. Una borsa con 3 chili di coca. Una borsa con il denaro, 105 mila euro. Tutto normale in apparenza, solo che il denaro era falso.
A parlarne è stato un collaboratore di giustizia, Michael Agatino Sanfilippo, che si è accusato di un omicidio. “Sono a conoscenza di una truffa effettuata a dei narcotrafficanti calabresi. Questi trafficanti erano il canale di approvvigionamento di cocaina che utilizzavamo io e mio fratello e, prima ancora, Carmelo Di Stefano e mio fratello Martino Carmelo”.
La gravissima minaccia di morte
E i trafficanti, dal canto loro, non l’avrebbero certo presa con filosofia. “Il calabrese – ha detto Sanfilippo – cercava “quello con la barba”, ovvero Enzo Timonieri, perché mi disse che voleva “darlo in pasto ai porci”, e ciò credo perché Enzo Timonieri quando si incontrarono fece molto lo spavaldo. Preciso che forse fu proprio Enzo Timonieri a consegnare la borsa con le banconote false…”.
Va evidenziato che Enzo Timonieri poi fu ucciso e che ad ammazzarlo, nel 2021, fu proprio Michael Sanfilippo, assieme al fratello Ninni. I due sono rei confessi del delitto. Furono proprio loro a far trovare il corpo, che avevano seppellito in una duna di Vaccarizzo.
I riscontri nei video della polizia
A parlare della truffa ai calabresi sono stati anche altri due pentiti. Il fratello di Sanfilippo e il pentito Salvatore Scavone. Le ricostruzioni collimano. E sono inserite nell’ordinanza del gip Pietro Currò che ha portato, nei giorni scorsi, all’operazione che ha inferto un duro colpo ai Nizza.
Ma vi è di più. Scrive il gip che alle ricostruzioni dei pentiti, a conferma della frode ai calabresi, c’è una nota della Squadra Mobile di Catania. Delle videocamere hanno ripreso la presenza dei due Sanfilippo, di Timonieri e di Sam Privitera, in compagnia di pregiudicati calabresi. E alcuni giorni dopo si vedono tre soggetti a bordo di due scooter che ritornavano sullo stesso luogo. Questo in gran fretta e con concitazione, consegnando uno zaino, forse dopo essersi accorti della truffa.
L’ipotesi di traffico di droga è proprio una delle contestazione dell’operazione Naumachia, da cui sono emerse le dinamiche che hanno portato al “riconoscimento” ufficiale dei Nizza da parte di Cosa Nostra. Il reato è contestato a Privitera, Giovanni Magrì e Francesco Costanzo.

