Catania, il rapimento inventato e l'omicidio di Elena- Live Sicilia

Catania, il rapimento inventato e l’omicidio di Elena

Martina Patti, la mamma, è sotto interrogatorio da diverse ore.

MASCALUCIA (CT) – L’hanno portata via pochi minuti fa. Il corpicino dentro una bara. Elena, cinque anni il prossimo 12 luglio, è stata trovata senza vita in un terreno in via Turati a Mascalucia. A indicare il luogo è stata la stessa mamma, Martina Patti, 23 anni, casalinga e studentessa di Scienze Infermieristiche. L’ha nascosta vicino casa. A qualche centinaio di metri da via Euclide dove viveva con la figlia. La giovane mamma ha ceduto dopo un lungo interrogatorio nella notte. Le pressioni degli inquirenti l’hanno messa con le spalle al muro. Quando è uscita di casa, stamattina presto, aveva una maglietta bianca e i capelli neri legati. Ha guardato dritto. Fino a quando il viso è scomparso dietro i vetri dell’auto.

Il racconto del rapimento, messo nero su bianco in una denuncia alla tenenza di Mascalucia, è apparso agli inquirenti immediatamente pieno di buchi e anomalie. E le incongruenze sono diventate davvero troppe con il passare delle ore. I carabinieri non hanno trovato riscontri alla dinamica dell’aggressione e del sequestro in via Piave a Piano di Tremestieri dopo che era andata a prendere la bimba all’asilo. Tutto è stato inventato. A regola d’arte. La suocera la descrive come una “donna fredda e autoritaria”.

Elena, in uno scatto diffuso dalla procura, appariva così serena mentre giocava con i suoi calzoncini gialli e la maglietta chiara on la scritta. I suoi riccioli ribelli. Il suo musetto innocente. Poche ore prima di essere uccisa. Non si comprende ancora il movente di questo orrore.

La donna è al comando provinciale dei carabinieri di Catania, a piazza Verga. Il pm e i carabinieri la stanno interrogando da ore per capire cosa è accaduto ieri pomeriggio. Martina Patti ha confessato ma non ha spiegato il perché. Già questa mattina il procuratore Carmelo Zuccaro ha parlato di “dichiarazioni probabilmente confessorie”.

Martina Patti e il marito, Alessandro Del Pozzo, 24 anni (piccoli lavori saltuari e qualche precedente per droga) erano da qualche tempo separati. Qualche dissidio, come tante coppie. Anche se però la zia paterna di Elena ai cronisti presenti sulla scena del crimine ha raccontato che la compagna avrebbe cercato di incastrarlo. “Martina Patti, la mamma di Elena, voleva incastrare mio fratello. Un anno fa mio fratello fu accusato ingiustamente di una rapina, ma fortunatamente fu scagionato completamente. Quando dal carcere passò ai domiciliari, sotto casa trovammo un biglietto di minacce con scritto: ‘non fare lo sbirro, attento a quello che fai’. Mio fratello non sa nulla di nulla. A quel biglietto la madre della bimba ha fatto riferimento dicendo che avevano rapito Elena”, ha raccontato Martina Vanessa del Pozzo ai microfoni dei giornalisti. In via Turati si è presentato anche Alessandro Del Pozzo. Inconsolabili le lacrime del padre dopo aver visto il corpicino di Elena nel fondo agricolo.

Sul caso è intervenuta anche l’associazione Paterfamilias-Padri Separati di Catania che si unisce al dolore del padre e a quello dei nonni per l’omicidio della piccola Elena. “Questo episodio deve fare riflettere soprattutto chi continua parlare solamente del fenomeno della violenza sulle donne (certamente da combattere), ma l’opinione pubblica, gli addetti ai lavori e le Istituzioni tutte devono comprendere che esiste purtroppo ed è diffuso anche il fenomeno della violenza sui padri e sui bambini da parte delle donne. È arrivato il momento di parlare di violenza ‘in genere’ e non ‘di genere’.”, dichiara il presidente Francesco Navarria.

Sul corpicino di Elena sarà svolta l’autopsia per avere altri dettagli utili all’inchiesta.


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