Catania, il programma di Renna: moralizzare la Festa di sant'Agata

Catania, il programma di Renna: moralizzare il mondo agatino

Verso nuove regole

CATANIA – Monsignor Luigi Renna fissa l’obiettivo e annuncia la campagna di moralizzazione all’interno del mondo della devozione agatina. L’arcivescovo di Catania lo ha fatto durante la presentazione del programma dei festeggiamenti per l’anno 2024. Il primo punto riguarda la riforma degli statuti associativi. Una parte riguarderà i requisiti per aderire alle associazioni agatine di diritto ecclesiastico. Salvatore Gristina aveva già stabilito, nel 2018, il divieto per quanti avessero nel loro curriculum condanne penali.

“Regole più certe”

Renna intende muoversi sulla medesima strada del predecessore, parlando però di “regole più certe”. Ecco le linee d’indirizzo: “Sarà molto importante che l’adesione alle associazioni – ha detto – sia fatta da uomini e donne che si trovano nelle condizioni di essere dei devoti che non hanno conti in sospeso con la giustizia: ci sarà l’autocertificazione come sempre, ma sarà verificata dagli organi competenti”.

E specifica: “Se qualcuno non si trovasse in grado di poter aderire per questi motivi, avrà la bontà di attendere che ritorni in quelle condizioni adeguate al suo stato di associazione. Devoti si può essere senza tessera – ha detto Renna – e si è ancora più devoti se non si mette in imbarazzo l’associazione con la propria presenza”. 

Le candelore

Renna intende tirare le fila anche in un altro settore assai caratteristico delle festività agatine. “C’è il popolo dei devoti delle candelore, con il quale occorre riprendere un dialogo di fede: la candelora è una luce votiva della santa, non è nata per l’esibizione di qualcuno”.

Il decoro dell’abito votivo e il ricordo dei devoti morti. Le magliette con il volto dei defunti sopra il tradizionale sacco bianco: una pratica che l’arcivescovo non fa mistero di non apprezzare, anche perché in passato, alcuni di quei volti, erano borderline rispetto alla malavita. “Per noi cristiani – ha detto Renna – il suffragio per chi è morto si fa con una Messa di suffragio, con la preghiera, con un’opera di carità, con la visita orante ai nostri cimiteri. Avremo una Messa prima dell’uscita delle candelore e sarà in suffragio di tutte quelle persone devote che vorremo ricordare“. 

Le n’tuppatedde

Renna ha poi aggiunto: “Davanti a Sant’Agata non si va danzando con i veli: le ragazze che lo fanno si espongono a essere oggetto di espressioni di una cultura che le vuole oggetto manipolabili”. Il riferimento è alle n’tuppatedde, figure al femminile che rievocano una maschera del Seicento dotata di una sorta di licenza di libertà durante la giornata del 3 febbraio. “La devozione vuole – ha detto – che si segua la Santa con il sacco e con la corona del Rosario in mano, non certo danzando”.


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