Catania, “lasciatemi, vi prego” urlava la ragazzina stuprata in bagno

“Lasciatemi, vi prego” urlava la ragazzina stuprata a Villa Bellini

Il bagno dove è avvenuto lo stupro
Il drammatico racconto della vittima e le indagini

“Lasciatemi, lasciatemi, vi prego”, urlava la ragazzina. Il branco non ha avuto pietà. “Mi hanno immobilizzato, minacciato, non riuscivo ad aiutarla”, ha aggiunto il fidanzato. Si disperava nel tentativo di liberarsi dalla stretta dei giovani egiziani. Nessun ripensamento da parte dei sette fermati per lo stupro a Villa Bellini. Due di loro avrebbero abusato sessualmente della tredicenne alternandosi nel bagno pubblico, mentre gli altri cinque si sono schierati affinché nessuno si avvicinasse. Di tanto in tanto si affacciavano per vedere cosa stesse accadendo oltre la porta, fra il water e gli orinatoi a muro.

“È stato un incubo, un incubo, hanno costretto il mio fidanzato a guardare”, non smetteva di ripetere la ragazzina ai carabinieri che hanno raccolto la sua testimonianza. C’erano psicologi ed assistenti sociali ad assisterla. “È stato lui”, ha detto senza esitazione in caserma, messa di fronte ad alcuni egiziani e indicando uno dei due che l’hanno violentata. I primi a soccorrerla sono stati alcuni passanti in via Etna, il salotto della città su cui si affaccia villa Bellini. La notizia della violenza sessuale scuote i giorni in cui a Catania si festeggia la patrona della città, Sant’Agata, che il proconsole Quinziano martirizzò facendole strappare anche il seno con delle tenaglie, perché si rifiutò di sposarlo. La fece arrestare e mettere in prigione denunciandola come cristiana.

Le Procure, quella distrettuale e per i minorenni, hanno disposto accertamenti tecnici sui cellulari sequestrati agli indagati. Si cercano contatti per accertare a quale ‘cella telefonica’ erano agganciati quando è avvenuta l’aggressione dello scorso 30 gennaio. Non è escluso che qualcuno dei sette potrebbe avere deciso di riprendere la violenza sessuale con il cellulare.

Agli atti delle due inchieste confluiranno anche le immagini registrate dai sistemi di sorveglianza dell’area esterna. Le telecamere all’interno, installate mesi fa, non sono mai entrate in funzione. I carabinieri del reparto territoriale guidati dal colonnello Claudio Papagno proseguiranno domani i sopralluoghi nel parco comunale alla ricerca di eventuali tracce, non solo nel bagno dell’orrore ma anche negli spazi verdi.

Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo chiederanno la convalida dell’arresto e l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Alla procura per i minorenni l’indagine è coordinata dalla procuratrice Carla Santocono. Il giudice per le indagini preliminari avrà 48 ore di tempo per fissare l’udienza di convalida. Bisognerà cercare un nuovo avvocato per gli indagati. Il penalista Giovanni Avila ha deciso di non accettare la nomina d’ufficio.


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