Catania, revocati gli arresti a Barbara Mirabella - Live Sicilia

Catania, revocati gli arresti domiciliari a Barbara Mirabella

L'avvocato dell'ex assessore: "Venute meno le esigenze cautelari"
L'INCHIESTA PER CORRUZIONE
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Revocati gli arresti per l’ex assessore Barbara Mirabella, arrestata con l’accusa di corruzione, a Catania, alla vigilie del voto per le regionali.

“A seguito degli esaustivi chiarimenti dell’ex assessore nel corso dell’interrogatorio a cui si è sottoposta mercoledì e della nostra istanza presentata in data di ieri, il Gip Di Giacomo Barbagallo, ha disposto la revoca degli arresti domiciliari per cessazione delle esigenze cautelari”, fa sapere l’avvocato Enrico Trantino.

Non ci sono più rischi di reiterazione di reato e inquinamento probatorio. Il giudice per le indagini preliminari ha sottolineato che Mirabella non ricopre più l’incarico di assessore, che il Comune è ormai guidato da un commissario straordinario, e che le contestazioni riguardano un fatto specifico legato all’organizzazione di un congresso. Mirabella ha inoltre deciso di rispondere a tutte le domande nel corso dell’interrogatorio di garanzia.

Il legale è convinto che Mirabella abbia chiarito l’intera vicenda, anche se la richiesta di scarcerazione verteva solo sulle esigenze cautelari e non sui gravi indizi di colpevolezza.

“Abbiamo dimostrato che la Expo, riferibile alla signora Mirabella, ha svolto una poderosa attività per conto della società napoletana che aveva assunto l’incarico di organizzare il 123° Congresso Nazionale di Chirurgia, predisponendo i servizi locali che vengono approntati da soggetti presenti nel territorio in cui si tiene l’evento, per un intuibile risparmio di spesa – spiega Trantino-. Tutti gli interventi messi in atto dall’ex assessore per risolvere alcune criticità che rendevano inospitale le Ciminiere, avevano come unico obiettivo favorire la realizzazione del Congresso in città, per l’indotto che ha determinato la presenza di mille congressisti per l’intera filiera dell’economia turistica etnea, messa a dura prova dalla pandemia – continua il legale -. Certi sgradevoli riferimenti emersi nel corso delle conversazioni intercettate a “tangenti” o “costi necessari”, sono da attribuire a maldicenze di alcuni soggetti, espresse sempre in assenza della Mirabella. In tutte le volte in cui Barbara era presente, mai ha alluso alla sua funzione di assessore, o adombrato la possibilità che, ove fosse stato formalizzato il rapporto, il percorso amministrativo sarebbe stato più agevole”.

“Sono convinto – precisa – che non sia stato commesso il reato che è stato contestato. E confido che l’intera vicenda possa presto concludersi con l’archiviazione, così cicatrizzando al più presto la sofferta ferita patita con l’inflizione degli arresti domiciliari in uno dei momenti più salienti per la vita di Barbara Mirabella e della sua famiglia”


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