CATANIA – Speranza, ricordo, commemorazione. Hanno una tripla simbologia solenne le candele che in queste ore stanno illuminando la città dell’elefante. Una data, quella odierna, non di certo casuale. Il 20 novembre infatti è la giornata mondiale nella quale si ricordano le vittime di violenza transfobica. E secondo i dati diffusi da ArciGay sono ben 1.123 gli omicidi di persone transessuali registrate negli ultimi quattro anni in tutto il mondo, venti soltanto in Italia. Numeri che dovrebbero far riflettere, cifre inammissibili di una crudeltà senza giustificazione.
“Con la nostra passeggiata e con il candlight theatre vogliamo ricordare, ma anche lanciare un messaggio di vicinanza a tutte le persone che vivono oppresse dall’omofobia – spiega ai microfoni di LiveSicilia Catania Giovanni Caloggero, per due anni Presidente ArciGay Ct e adesso consigliere nazionale ArciGay Italia – esistono tantissimi casi in cui transgender sono costrette a vivere una vita non loro, spesso ripudiate dalla società, alcune di loro preferiscono reprimere il loro istinto e vestirsi da uomo, come se nulla fosse, anche se consapevoli che la loro Natura sia tutt’altra”.
Impossibile quantificare la comunità omosessuale. Sono 11.000 nelle sole province di Catania, Enna e Caltanissetta i soci ArciGay, decine le transgender. “Questi dati devono essere considerati come punti di partenza – prosegue Caloggero – si tratta infatti dei nostri soci, ma esistono tantissimi omosessuali che non sono iscritti nei nostri registri e tanti altri ancora che nascondono la loro identità”.
ArciGay Catania ha scelto lo storico quartiere di San Berillo per ricordare i transessuali uccise per mano dell’odio. Ma il TDoR, il Transgender Day of Remembrance, introdotta nel 1998 su iniziativa di Gwendolyn Ann Smith, un’attivista transgender per ricordare Rita Heste, il cui assassinio in Massachussets diede avvio al progetto web “Remembering Our Dead”, è stato oggi promosso anche da un gruppo di universitari.
Candele in mano, infatti, il gruppo studentesco Queer as UniCt ha deciso di organizzare un flashmob in piazza Università. Protagonista del candlight theatre una delle poche transgender catanesi che ha avuto il coraggio di alzare la voce e metterci la faccia, si tratta di Vittoria, la ragazza che aveva raccontato sulle nostre pagine la difficile realtà di chi donna, nasce nel corpo di un uomo all’ombra dell’elefante.
Ma la fortuna e il coraggio di Vittoria non appartengono purtroppo a tante altre transgender. Come il caso di Maria, chiameremo così la 28enne catanese che trasferitasi al nord Italia per lavoro, adesso si ritrova disoccupata e abbandonata dalla sua famiglia che non ha accettato le sue scelte, così come racconta al nostro giornale il paternese Sandro Mangano oggi Presidente GayLib Italia che sta seguendo il difficile caso: “Maria cerca aiuto, ha tentato di togliersi la vita, per i trans c’è una doppia discriminazione che è molto più forte dell’essere “semplicemente” gay. Non è solo a livello fisico, ma gioca una grande componente il fattore psicologico. Nascere e sentirsi intrappolati in un corpo che non ti appartiene è una dura sfida, abbiamo il dovere di aiutare queste persone”.

