Catania, sparatoria Librino: le dichiarazioni del pentito - Live Sicilia

Sparatoria a Librino, udienza e dichiarazioni del “nuovo” pentito

Al processo "Centauri" questa mattina l'esame di Michael Agatino Sanfilippo, collaboratore di giustizia dal giugno 2021.

CATANIA – Al racconto del pomeriggio di sangue di Librino si aggiunge la voce di Michael Agatino Sanfilippo, sentito oggi in una delle udienze del processo Centauri. Sanfilippo è uno degli imputati per i fatti dell’otto agosto 2020 in viale Grimaldi, quando in uno scontro armato tra il clan dei Cursoti milanesi e clan Cappello morirono Luciano D’Alessandro e Vincenzo Scalia. Come i suoi due fratelli Ninni e Martino, Michael Sanfilippo ha iniziato a collaborare con la giustizia, rivelando i retroscena e facendo i nomi delle persone coinvolte nella sparatoria.

I Cursoti

Parte dell’esame di Michael Sanfilippo si è concentrato sul suo ingresso nei Cursoti milanesi. Il collaboratore ha raccontato che si occupava di spaccio insieme ai suoi fratelli, soprattutto di fumo e cocaina, quando nel 2019 conobbe Carmelo Distefano. il quale mette a disposizione i suoi contatti “per qualsiasi cosa possa servire”.

Da quel momento Sanfilippo entra in contatto con diveri degli imputati del processo Centauri, secondo l’accusa coinvolti nella sparatoria di Librino e nel clan: Roberto Campisi, suo figlio Giorgio, Davide Scuderi. Dopo l’arresto e la collaborazione del fratello Martin, sia Michael che Ninni interrompono la collaborazione con i Cursoti e passano al gruppo Nizza.

Sanfilippo in un passaggio descrive la statura criminale di Carmelo Distefano: “Ci aveva dato carta bianca, e con lui significava poter litigare con mezza Catania, perché è un personaggio centrale, è il capo dei Cursoti Milanesi”.

L’agosto del 2020

Sanfilippo poi passa, sotto la guida delle domande dei pubblici ministeri Alessandro Sorrentino e Ignazio Fonzo, a descrivere le giornate del sette e dell’otto agosto 2020. Sanfilippo racconta il pestaggio del pomeriggio del 7, quando Distefano lo andò a trovare in viale Grimaldi 18 dicendogli che suo figlio aveva litigato con Gaetano Nobile per una donna.

Distefano e Sanfilippo passano a prendere Scuderi e Campisi e vanno nel bar di via Diaz gestito da Nobile per iniziare un pestaggio a base di pugni e colpi di casco.

I Cursoti iniziano a temere una reazione da parte del clan Cappello, a cui Nobile si rivolge, e per tutta la giornata dell’otto agosto stanno sul chi vive. Gira voce che Distefano si sia attivato per comporre il conflitto, ma nel tardo pomeriggio arriva la spedizione in moto organizzata dai Cappello. Che Sanfilippo vede arrivare grazie a delle videocamere: “Ho visto che avevano delle armi lunghe – dice nella sua testimonianza – non so se fossero Ak-47 o dei fucili”.

A quel punto il gruppo dei Cursoti milanesi presente a Librino sale su due auto, una Panda nera e una Mini. Ci sono Distefano, Campisi, Scuderi, Michael e Martino Sanfilippo. La scena descritta dal collaboratore è quella di una pioggia di proiettili: appena sentono gli spari Distefano e Campisi si sporgono a sparare dai finestrini sulle moto in arrivo. Gli uomini si sparano addosso mentre sono circondati da persone: a pochi metri di distanza, dei bambini giocano in un campetto e sono terrorizzati.

Una volta scesi dalle auto, i Cursoti si trovano davanti due persone a terra, e ne circondano una terzaa. Secondo la ricostruzione di Michael Sanfilippo, a questo punto Distefano avrebbe detto “Sparaci, sparaci” a Campisi, ma quest’ultimo avrebbe dato all’uomo circondato un colpo in testa con il calcio della pistola.

Dopo

A questo punto il gruppo composto da Distefano, Campisi, Sanfilippo e Rosario Viglianesi, che è stato ferito, risale in macchina e va in viale Grimaldi 7. Lasciano le armi sulla Panda nera, da cui verranno recuperate proprio da Michael Sanfilippo tempo dopo, per essere nascoste.

Al centro delle prossime udienze ci sarà il controesame di Sanfilippo da parte degli avvocati della difesa, iniziato oggi con le domande dell’avvocato di Carmelo Distefano.


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