Libia, un giorno di guerra - Live Sicilia

Libia, un giorno di guerra

E' guerra contro la Libia di Gheddafi. Di pomeriggio i caccia francesi hanno attaccato. Secondo un primo bollettino di guerra, quattro tank delle truppe del colonnello Gheddafi sono stati colpiti dalle bombe degli aerei di Sarkozy. Paura in Sicilia per le possibili ritorsioni. Berlusconi assicura: "Non c'è pericolo per l'Italia". Mosca deplora l'intervento. Il raìs minaccia l'uso di scudi umani. Pronti i sottomarini Usa. Segnalate esplosioni a Tripoli. Bambini come scudi umani. Le navi Usa sparano 110 missili Cruise. Gheddafi ai libici: "Armatevi".  (Nella foto di Andrea Tuttoilmondo i Tornado a Birgi).
Il conflitto contro Gheddafi
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I tornado sono schierati nella base di Birgi a Trapani. Caccia francesi sorvolano la Libia. Il grande meccanismo dell’attacco contro Gheddafi, una belva sanguinaria, è pronto. Sarkozy ha dato il via libera. Noi vi aggiorneremo puntualmente. E’ una crisi che ci riguarda personalmente. L’ipotesi di tentate ritorsioni libiche contro la Sicilia, in ogni modo, non è folle. Anzi, è proprio la follia che potrebbe renderle vere a attuali. Livesicilia ha abituato i suoi lettori alla chiarezza, anche dei sentimenti. Nel bene e nel male viviamo dentro una comunità di persone che si incontrano ogni giorno e condividono un pezzo di cammino.

La notizia di oggi è questa: abbiamo paura, un riflesso condizionato che precipita il nostro buonsenso in una pozza di timore irrazionale. Temiamo la pazzia di un tiranno. Temiamo la guerra e i suoi derivati prossimi o remoti. “Guerra” è una parola strana per le nostre abitudini. La giornata aveva un canovaccio stabilito: il lavoro, le chiacchiere del cuore, la partita del Palermo e la cena. E c’è questa strana parola “guerra” (a due passi da casa) che si pone come uno spartiacque, come un campo minato nel giardino della nostra normalità, mentre il vicino suona il solito Chopin e la musica attraversa il muro di un pomeriggio consueto.  Restano valide le ragioni della lotta contro un dittatore cieco e malvagio, con una mano grondante di orrore che nessun baciamano potrà mai lavare. Ma è inutile protendere il petto in fuori, se nel petto il cuore prova le emozioni umanissime e fragili di chi sente coinvolta, nell’orrore al nostro fianco,  la propria esistenza banale, dolcissima e unica e perciò capisce perfino la fragilità degli altri. Se anche il vostro cuore dice le stesse cose, forse è arrivato il momento di pregare e tenerci idealmente per mano. Teniamoci per mano e preghiamo per noi e per coloro che – lontani o vicini – non vedranno domani.

Aggiornmenti
16.20. Il cacciatorpediniere della Marina militare Andrea Doria è attualmente schierato nel Canale di Sicilia con compiti, soprattutto, di difesa aerea: sia delle altre unità impegnate nel dispositivo navale messo in campo per la crisi in Libia, sia dello stesso territorio italiano. Oltre all’Andrea Doria, la Marina schiera specificatamente per questa emergenza la portaerei Garibaldi, che imbarca 6 caccia Av8 e 5 elicotteri, che incrocia attualmente davanti ad Augusta; la nave rifornitrice Etna; il pattugliatore Libra, che si trova al largo delle coste della Cirenaica con un carico di aiuti umanitari; e la fregata Euro, a protezione del pattugliatore. La fregata Euro e il rifornitore Etna sono inserite nella flotta Nato Snmg1.

16.32. “Vorrei tranquillizzare i nostri concittadini, le nostre forze armate hanno fatto l’esame delle disponibilità delle armi in possesso della Libia e la loro conclusione e’ che non ci sono armi in dotazione alla Libia che possano raggiungere il territorio italiano”. Lo ha dichiarato il premier Silvio Berlusconi al termine del vertice Ue di Parigi sulla Libia.

17.16. ”Tutta la comunità internazionale pensa che sia difficile che un regime, durato 41 anni, possa continuare dopo quello che è accaduto”. Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, risponde ad una domanda sull’affermazione del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, secondo cui il leader libico non potrà restare al potere nel paese nordafricano dopo l’intervento internazionale.

17.45.  Nella base del 37/o stormo dell’Aeronautica militare a Trapani Birgi sono atterrati cinque aerei militari canadesi. Mentre si è alzato in volo un Awacs, un aereo radar della Nato. Fuori dalla base, nella quale non è consentito accedere, stazionano alcuni giornalisti, una troupe Tv e fotografi.

18.41. “Andare a portare aiuto non rimanendo indifferenti alle sofferenze e alle repressioni, e sappiamo di cosa parlo, è un impegno che può apparire duro, ma è un impegno per la pace, per la solidarietà, i diritti, e la libertà dei popoli”. Cosi il presidente Giorgio Napolitano, che al Sermig di Torino ha ricevuto il premio ‘Artigiano della pace’.

18.52. Quattro carri armati libici sono stati colpiti e distrutti nel corso dei raid aerei condotti dai caccia francesi a sud-ovest della città di Bengasi. Lo riferisce l’emittente televisiva Al Jazira.

20.11. Tre sottomarini Usa, nel Mediterraneo, sono pronti all’azione.

20.54. Missili da navi americane. Esplosioni a est di Tripoli.

 21.12. Bambini e oppositori finiti in carcere usati come scudi umani a Tripoli: lo denuncia il Democratic Libya Information Bureau, basato a Londra, sulla base di informazioni raccolte nella capitale libica. In precedenza, testimoni avevano detto all’ANSA che migliaia di persone presidiano gli obiettivi militari nella capitale. Fonti del governo affermano che si tratta di una manifestazione spontanea del popolo per difendere la Rivoluzione guidata dal leader Muammar Gheddafi. Pioggia di cento Cruise dalle navi americane.

23.56.  Il colonnello Muammar Gheddafi si è rivolto oggi ai libici dicendo loro di armarsi per la ”rivoluzione”. Lo riferisce la Bbc su suo sito online. Il rais minaccia: “Colpiremo ovunque, anche i civili”.


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