CEFALÙ – “Ha amato visceralmente questa chiesa, sua sposa, non con un cuore di pietra, ma un cuore di carne che si sapeva commuovere fino a giungere, in certe circostanze alle lacrime”. Così monsignor Giuseppe Marciante vescovo della Diocesi di Cefalù ha descritto il suo predecessore, tra il 1988 e il 2000, monsignor Rosario Mazzola, morto il 24 dicembre 2018 a 94 anni, a cui è stata intitolata, la sala d’attesa dell’area di emergenza della Fondazione Giglio di Cefalù.
Presenti alla cerimonia il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano, il direttore amministrativo Gianluca Galati e sanitario Massimiliano Spada, l’assessore regionale alla famiglia Nuccia Albano, il sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello, i sindaci di numerosi comuni delle Madonie (fra cui Pietro Musotto e Giuseppe Minutilla), le autorità militari e le rappresentati della Comunità impegno ministeriale ecclesiale (Cime) fondata dallo stesso Mazzola.
“Ci è sembrato doveroso – ha detto Albano – ricordare il vescovo Mazzola per quello che ha fatto per il nostro ospedale. Ne vogliamo onorare la sua memoria intitolandogli la porta d’ingresso del nosocomio e proseguire nel suo cammino”. Mazzola guidò nel 1995 una marcia su Palermo a favore dell’ospedale Giuseppe Giglio che rischiava di essere chiuso e di non essere trasferito nella nuova sede. AncheTumminello ne ha ricordato la figura. “E’ nostro dovere tenere in vita, anche con dei simboli, chi ha lavorato per questa comunità”. “Il vescovo Rosario – ha concluso Marciante – ha saputo essere un vero atleta dello spirito non per ricoprire posti ragguardevoli ma per vincere l’unico vero premio, Cristo Gesù”.