Il nostro editorialista, Mario Centorrino, ex assessore regionale alla Formazione professionale, risponde alle tre domande inviate da un lettore di Livesicilia.
Questo il testo della lettera inviataci da Salvatore: “A proposito dell’articolo pubblicato oggi sulla formazione professionale con un intervento di Mario Centorrino, mi sono sorte tre domande che farei all’illustre professore se lo potessi incontrare. Prima: perchè dice che della formazione professionale si sono interessati sindacalisti e non dice che CGIL CISL e UIL sono stati e sono enti gestori di formazione Professionale? Seconda: la vigilanza sulla formazione professionale a livello locale è affidata agli uffici provinciali del lavoro;questi uffici periferici hanno operato i controlli e denunciato gli abusi? Terza: come mai da assessore alla formazione Centorrino non ha fatto quello che dice si sarebbe dovuto fare?”.
La risposta di Centorrino
“Gentile lettore, rispondo molto volentieri alle sue intelligenti e stimolanti domande apprezzandone contenuto e toni”.
“E’ vero che nel passato le confederazioni sindacali che lei cita hanno gestito enti di formazione professionale. Poi, nell’ordine Cgil, Cisl ed Uil hanno abbandonato forme di intervento diretto nel settore”.
“Per la mia esperienza i controlli periferici sulla formazione professionale non hanno funzionato secondo criteri di efficienza. A causa anche di una dicotomia: i verificatori operano sulla formazione professionale ma dipendono dall’assessorato al lavoro”.
“Incapacità, senz’altro, aggravata da una iniziale ignoranza del settore, dei suoi meccanismi, delle sue complicità occulte con rami della politica. Due attenuanti: ho sofferto isolamento, aggressioni personali, scarsa collaborazione ad eccezione di alcuni bravissimi funzionari e di un direttore generale che dopo alcuni mesi ho reclutato personalmente – spiega Centorrino -. Il bilancio non è completamente negativo: introdurre il Durc, il costo orario unico dei corsi, (prima differenziato senza alcuna ragione), il finanziamento attraverso i fondi europei che implica ormai maggiore rigidità di controlli, il Piano giovani, la cassa integrazione in deroga per evitare esuberi e quindi licenziamenti. Ed ancora fornire pubblicamente i ‘numeri’ della Fp, i cicli di assunzione, gli status professionali di ciascuno, non è stata una passeggiata di salute. Tenendo conto che accanto alla Formazione Professionale occorreva fronteggiare tutte le problematiche del settore Istruzione, fino ad allora scarsamente considerate per il maggior peso, a fini elettorali, garantito dalla ‘cura’ della Formazione Professionale”.