PALERMO – Il de profundis per il progetto post-alfaniano lo canta Giuseppe Castiglione. Il sottosegretario rimasto al fianco di Angelino Alfano si smarca dalla lista Civica popolare di Beatrice Lorenzin e come il suo leader agrigentino si chiama fuori dai giochi. “Non mi candiderò. Pensavo che potessimo costruire un’area ma il progetto si manifesta in tutta la sua debolezza. Anche nel centrodestra accade lo stesso ai centristi”, osserva Castiglione. “Non vedo il progetto politico. Il tentativo di costruire un polo di centro era interessante ma oggi non c’è più l’idea. Preferisco fermarmi”.
E così la lista centrista cespuglio del Pd perde un altro pezzo in Sicilia. Restano i Centristi di Gianpiero D’Alia e resta Dore Misuraca (che sembra però non si candiderà). Anche se al momento non si sa nemmeno chi saranno i candidati ed è possibile che alla fine la lista fucsia del ministro della Salute in Sicilia resti senza big. Uno dovrebbe esserci al Senato, dove il capolista in Sicilia occidentale potrebbe essere l’uscente Giuseppe Marinello. Nella Sicilia orientale non dovrebbe essere in lista Gianpiero D’Alia ma invece sarebbe in corsa il sindaco di Lipari Marco Giorgianni.
I sondaggi nazionali danno Civica popolare ben al di sotto della soglia del 3 per cento che garantirebbe l’elezione di qualche deputato col proporzionale. E allora l’unica strada per entrare in Parlamento è qualche collegio uninominale. Potranno beneficiarne Casini e Lorenzin ma in Sicilia a musica è diversa. Qui il centrosinistra ha il concreto rischio di restare a zero nei collegi, tutti appannaggio di centrodestra e 5 Stelle. E quindi per i centristi la partita rischia di essere poco più che di testimonianza.
“Sarebbe stato meglio ricostruire un’area di centro tutti insieme. Io ho parlato di due diverse coerenze tra chi ha scelto di continuare nell’area di governo e chi è tornato alle radici di centrodestra. Ma mi pare che l’effetto del dividersi sia stato indebolire l’area di centro. In un quadro in cui ci sono da una parte i popolari e dall’altra i populisti. Ho apprezzato in questi giorni l’atteggiamento di responsabilità di Tajani e Berluconi in Europa o Renzi che ha celebrato l’anniversario dell’appello dei Liberi e forti di Sturzo”. Sì, ma Berlusconi è alla testa di una coalizione che i populisti e i sovranisti li ha dentro.
“Sì e infatti non a caso noi siamo rimasti altrove – dice Castiglione -. L’unico che poteva comporre questo progetto era Alfano, oggi ci sono leadership molto deboli. Persone apprezzate e perbene ma l’autorevolezza di Alfano manca. Il quadro è troppo frammentato per continuare”.