Centrodestra nel caos: da Roma occhi puntati sulla Sicilia - Live Sicilia

Centrodestra nel caos: da Roma occhi puntati sulla Sicilia

Nella coalizione regna il caos in attesa di un colpo di scena.

PALERMO – Il tavolo del centrodestra è un po’ come la rivoluzione: oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente. Sono ore frenetiche nei fortini dei partiti del centrodestra siculo-romano nella settimana decisiva in cui si gioca una partita che ha ormai un carattere pienamente nazionale. 

La quadra su Palermo va trovata subito e dal modello che ne verrà fuori dipenderanno le sorti della Regione e delle politiche del 2023. E allora, al netto delle frenetiche interlocuzioni telefoniche di queste ore, la soluzione del rebus rimane un grattacapo di non poco conto. “E’ un terno al lotto”, si vocifera nei palazzi che contano. 

“Il centrodestra deve rimanere unito” è il mantra che attraversa trasversalmente tutte le forze in campo. Il punto è come e chi dovrà inghiottire un boccone amaro. Al centro della scena c’è la guerra per la leadership tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini che si traduce con un muro contro muro. La prima non vuole rinunciare alla presidenza della Regione (e mette, manuale Cencelli alla mano, ricorda agli alleati che se si mette in discussione la riconferma di Musumeci lo stesso potrebbe accadere con Fontana in Lombardia), il secondo non intende fare passi indietro: Palermo o la Regione. Tertium non datur. 

Fratelli d’Italia resta in attesa di un riscontro da parte degli alleati sulla proposta di discutere “il pacchetto unico”: Palermo, Messina e Palazzo d’Orleans. “Per noi Musumeci non è in discussione”, dice più di un dirigente forte della missione portata avanti negli ultimi giorni da Ignazio La Russa in Sicilia e della corrispondenza di amorosi sensi esibita al Vinitaly tra il Presidente e la Giorgia nazionale.  

Ma i malpancisti lavorano dietro le quinte e sussurrano che la quadra complessiva con i meloniani si potrebbe tranquillamente raggiungere. Come? Esprimendo un nome diverso da quello di Nello Musumeci. Ipotesi che in via ufficiale i meloniani rifiutano categoricamente. Nel frattempo le persone più vicine al Presidente fanno sapere che sono in piena campagna elettorale. Il filo è sottile e rischia di spezzarsi alla prima mossa avventata. E si profila un nuovo scenario. Un piano b in grado di spiazzare gli alleati bizzosi: Musumeci potrebbe dimettersi subito dopo l’approvazione della finanziaria per votare in estate. Fantapolitica? In un contesto simile nessun colpo di scena si può escludere. 


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