Centrodestra, sconfitto da se stesso |Amministrative, vittime e carnefici - Live Sicilia

Centrodestra, sconfitto da se stesso |Amministrative, vittime e carnefici

"Se il centrodestra è unito, vince", un mantra che, però, non trova molti esempi alle ultime amministrative.

CATANIA – Se il centrodestra è unito, vince. Lo stanno ripetendo un po’ tutti quasi fosse un esorcismo, commentando i risultati dell’11 giugno. Da Silvio Berlusconi a Basilio Catanoso. Un dato che potrebbe essere anche vero, se guardiamo ai soli numeri di Aci Catena, dove i confini delle coalizioni maggiori erano ben delineati. Ma la netta vittoria del nazionale Nello Olivieri rischia di essere un caso a sé nello scacchiere etneo. A partire da Nicolosi, perché se l’appena eletto sindaco Antonio Pulvirenti può essere considerato un moderato, la presenza al suo fianco di Maria Grazia Torre, segretaria della sezione locale del Pd, riscrive i termini della partita con altri schemi.

Stessa cosa a Sant’Agata lì Battiati, se il sostegno congiunto di Salvo Pogliese, Luca Sammartino, Valeria Sudano ed Anthony Barbagallo, al vincente Marco Rubino può far pensare a una reunion dell’ex Casa della Libertà, ci pensa il ticket della piddina ascendente Cgil a “macchiare” di rosso l’album di famiglia.

Insomma, se una diagnosi sul centrodestra va fatta, bisogna partire dai simboli. Da quello di Forza Italia su tutti, presente nelle piazze sopra i 15 mila abitanti. Che tiene botta rispetto al logo Pd – assente quasi ovunque – ma con esiti tutt’altro che ottimistici nel complesso. La bicicletta a favore di Maria Antonia Buzzanca, e il tandem con Progetto Misterbianco, raccogliendo il 4,7%, suscita non pochi interrogativi in zona azzurra.

Il 9% forzista a sostegno di Anthony Distefano, vale il quarto posto tra le liste in campo e tre seggi; ma si infrange con la beffa del 4,2% del cartello Fratelli di Paternò (alias FdI versante La Russa) schierato invece col vincente Nino Naso. Altro che unità. L’unità c’è invece a Palagonia, ma con l’altra ala dell’ex Pdl, Alternativa popolare. Lì FI raccoglie il 14%, mentre i centristi il 5,8%. A non tirare la volata è stata invece la coalizione di Gaetano Benincasa, candidato che non accede al secondo turno, dove la sfida sarà tra sinistra e centrosinistra. A Scordia, invece, il partito di Berlusconi si ferma al 5,6%.

Una storia a parte è quella dei salviniani, che non hanno espresso alcune lista o candidatura a sindaco ufficiale, optando, ove possibile, per una mimetizazione civica. Tant’è che la new entry Anastasio Carrà, sindaco di Motta Sant’Anastasia si sarebbe speso per la Buzzanca, ma con risultati insufficienti. E sebbene il candidato sindaco sconfitto di Battiati, Otello Floresta, sia assai vicino al primo cittadino postleghista di Aci Castello, Filippo Drago, da parte sua non è mai arrivato un coming out in direzione di Matteo Salvini o Angelo Attaguile. 

 


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