PALERMO – Centrodestra: brainstorming (senza Fratelli d’Italia) in vista delle regionali. La riunione dei segretari regionali dei partiti della coalizione andata in scena ieri pomeriggio si chiude con una nota congiunta dai toni concilianti che fa presagire la delicatezza della fase politica. E tra le righe che adesso che Musumeci è uscito di scena il centrodestra riesce a riunirsi. Al vertice, indetto dal coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè, hanno partecipato Roberto Di Mauro (Mpa), Totò Cuffaro (nuova Dc), Massimo Dell’Utri e Antinoro (Noi con l’Italia), Decio Terrana (Udc).
Assente il leader di Prima l’Italia, Nino Minardo. Il segretario regionale del Carroccio, che qualcuno aveva descritto già nel pomeriggio di ieri “indispettito” per la riunione e per la possibilità di cedere ai meloniani il candidato alla presidenza (nonostante il passo di lato di Musumeci tramite un nome terzo gradito agli eredi della Fiamma), si trovava a Roma e ha delegato il deputato Vincenzo Figuccia come rappresentante della Lega al tavolo. Assenti invece, come preannunciato, i coordinatori meloniani Gianpiero Cannella e Salvo Pogliese: una decisione presa dai vertici nazionali del partito. Ma torniamo alla nota congiunta. “L’incontro è stato finalizzato a fare le migliori valutazioni sulle prossime elezioni regionali e sul programma che la coalizione vuole condividere”, si legge nella nota (firmata dai segretari regionali). “Un confronto costruttivo – spiegano – nel corso del quale abbiamo manifestato il solo interesse di coltivare insieme le ragioni dell’unità e individuare, quindi, un percorso politico per vincere con una coalizione coesa, senza nessuna preclusione e nessuna pretesa. Considerata l’assenza dei rappresentanti di Fratelli di Italia – aggiungono i segretari – abbiamo ritenuto opportuno di organizzare una nuova riunione, ritenendo assolutamente indispensabile la presenza di tutti i partiti della coalizione di centrodestra. L’unico obiettivo – concludono- è l’unità della coalizione, al fine di dare le giuste risposte che i siciliani attendono”.
Doroteismi a parte si evince l’elemento portante: nessuno vuole spaccare il centrodestra. Come conferma più di un partecipante alla riunione “dividersi sarebbe una follia, siamo più forti di cinque anni fa”. Insomma, andare per strade separate sarebbe come sbagliare un goal a porta vuota. Nessun nome viene fatto nel corso della riunione, ma emerge la necessita “ripartire da zero” nelle trattative. “Musumeci scompare nel silenzio”, pontifica con eleganza un big del centrodestra.
“E’ stato certificato che Musumeci si è fatto da parte e che con lui si perde”, sussurra qualcuno. Qualcun altro usa prudenza anche perché la netta chiusura sul bis dell’uscente non è unanime. Cuffaro in primis sarebbe il meno ostile tra i presenti al consesso (tuttavia gli osservatori più attenti fanno notare che qualche mese addietro fu escluso e che oggi siede al tavolo). Di parere opposto il coordinatore azzurro Gianfranco Miccichè che a un certo punto del conclave si sarebbe fatto scappare: “Piuttosto che Musumeci voterei chiunque, anche De Luca”. Nelle stesse ore un colonnello meloniano off record non risparmia una battuta feroce agli alleati: “Magari abbiamo un Maradona in panchina e non lo sappiamo. Vediamo quale sarà il nome misterioso”.
Voci di corridoio a parte, l’ultima uscita del presidente in conferenza stampa (invettive incluse) ha cementato i partiti e, nei fatti indebolito il potere contrattuale di Fratelli d’Italia che da mesi brandiva il bis dell’uscente come clava per strappare la leadership della coalizione (“siamo nelle mani della Meloni”, si lascia scappare un colonnello musumeciano). E su questo giocano adesso i malpancisti. Dolcemente senza strappi al motore rilanciando l’idea salviniana che in Sicilia decidono i siciliani. “Prima i siciliani”, verrebbe da dire. Mentre a Roma la situazione precipita e si respira un clima da resa dei conti, il centrodestra siciliano tenta di fare sintesi (“senza un candidato divisivo”). Vedremo con quali risultati.