PALERMO – Nessuno vuole Crocetta. E tutti (o quasi) vogliono evitare le primarie. Proseguono gli incontri del segretario regionale del Pd Fausto Raciti con i leader dei movimenti politici che potrebbero far parte della coalizione di centrosinistra. Da lì bisognerà partire, hanno fatto sapere i dirigenti Dem dopo la Segreteria di sabato. Poi si penserà al candidato.
Domenica Raciti aveva già incontrato Orlando, concordando sull’ipotesi della creazione di un “campo largo” del centrosinistra. La posizione del sindaco di Palermo rispetto all’esperienza Crocetta era emersa ancora una volta chiarissima una settimana fa, dopo un incontro a Palazzo delle Aquile con gli esponenti siciliani di Sinistra Italiana e Articolo 1: un documento a margine dell’incontro parlerà infatti chiaramente di “cesura con le politiche del governo Crocetta”. Un concetto ribadito ieri anche da Pierluigi Bersani, sceso in Sicilia per “battezzare” il movimento degli ex scissionisti del Pd.
Insomma, al momento l’unico candidato ufficialmente in campo da quella parte della barricata è proprio Rosario Crocetta. Ma nessuno, nemmeno tra chi oggi fa parte del governo regionale, sembra intenzionato a sostenerlo. Chiarissimo, in questo senso, l’esito dell’ultimo incontro del segretario Pd Raciti, con il segretario regionale di Sicilia Futura, Nicola D’Agostino: “Viene riconosciuta – ha commentato il portavoce siciliano del movimento – la necessità di costruire una area politica omogenea e coerente che, sul modello Palermo, realizzi una alleanza larga, vincente e convincente. Per Sicilia Futura – prosegue D’Agostino – appare ineludibile il tema della discontinuità programmatica con l’attuale governo regionale, stabilendo le nuove priorità per la Sicilia. Certamente le questioni legate all’efficienza e alla meritocrazia nella burocrazia regionale, allo sblocco dei concorsi nella Sanità, alla soluzione dei disagi patiti dai disabili gravi, ma in maniera particolare si richiede una rivoluzione nella gestione dei fondi extra regionali da investire nelle imprese produttive con il sistema trasparente del credito di imposta. È necessario – conclude – che la gestione del percorso sia affidato ad un nucleo operativo autorevole e ristretto, con regole chiare e condivise, che individui i criteri per le candidature, con massima priorità per quella del futuro candidato alla Presidenza della Regione”. Insomma, anche gli uomini di Totò Cardinale allontanano il più possibile sia l’ipotesi Crocetta che quella delle primarie. Un asse sempre più solido è quello che dagli uomini del Pd passa attraverso Sicilia Futura per giungere a Orlando.
Ma adesso la coalizione dovrà affrontare forse il passaggio più complicato per la formazione della coalizione che dovrà sfidare alla Regionali i grillini e il centrodestra. È il tema dei “moderati”, che devono decidere da che parte stare, in vista di queste Regionali. E in questo senso si rincorrono le voci sulla possibilità che il Pd possa “offrire” la candidatura per Palazzo d’Orleans a Gianpiero D’Alia. Una mossa che convincerebbe ancora di più gli ex Udc che fanno capo a Casini, a sancire un accordo col Pd che oggi, comunque, non sembra in discussione. Non a caso, da Catania il capogruppo dei Centristi Marco Forzese da tempo e pubblicamente invita i Dem a lavorare per la candidatura dell’ex ministro. E dal Pd non escludono che, nell’interesse della coalizione, si possa rinunciare a un proprio candidato. È la “generosità” di cui ha parlato anche in occasione dell’ultima segreteria regionale Fausto Raciti.
Ma c’è un altro gruppo di moderati che deve sciogliere le riserve. Gli uomini di Alfano, infatti, sono vicini all’ennesima divisione. Se, infatti, i dirigenti più vicini al ministro degli Esteri sembrano orientati a lavorare in vista di un ricongiungimento in coalizione con Forza Italia e altri partiti di centrodestra, c’è una parte del partito che non la pensa così. E non potrebbe essere altrimenti, forse. Visto che, ad esempio, l’area che fa capo a Pietro Alongi e quindi a Dore Misuraca e a Simona Vicari, appena due mesi fa ha lavorato al fianco di Leoluca Orlando, contribuendo alla sua vittoria. Così, la scelta di aderire a un “modello Orlando” in scala regionale sembra la scelta più logica per un pezzo di Alternativa popolare e condivisa, pare, anche da esponenti alfaniani delle altre Province siciliane. Ma anche loro, almeno su un punto sono convinti: il candidato non potrà essere Crocetta.