Cgil: a Catania il lavoro non è donna, solo il 27,3% occupate - Live Sicilia

Cgil: a Catania il lavoro non è donna, solo il 27,3% occupate

La relazione della segreteria confederale

CATANIA – A Catania il lavoro non è donna: solo il 27,3% risulta occupata, per la popolazione femminile dai 20 ai 64 anni, con la media che si abbassa al 20,1% se si considera quella dai 15 agli 89 anni. Dato inferiore alla media siciliana del 29,8% in cui Catania si posiziona agli ultimi posti, prima di Caltanissetta, Agrigento e Siracusa. Le donne inattive sono al 67%.

È quanto emerge dalla relazione della segretaria confederale della Cgil di Catania, Rosaria Leonardi, all’iniziativa promossa dalle Camere del lavoro regionale e provinciale in vista della manifestazione del 7 ottobre a Roma. I lavori sono stati aperti da un flash mob contro i femminicidi. Il tasso di disoccupazione dai 15 ai 64 anni è del 16,3%, diminuisce rispetto al 2022 ma ci consegna in realtà un aumento di lavoro precario e povero, tant’è che Il 26,3% di donne si trova a lavorare in forme di part time involontario, il 21,3% con contratti precari, salari bassi con un gender pay gap del 33% nel settore privato, il 20% sono madri Neet che non lavorano né studiano, mentre le Neet tra i 15 ed i 34 anni si attestano intorno al 53,3%, di cui il 16% sono in possesso di laurea.

“Questi dati – ha spiegato Rosaria Leonardi – vanno interpretati tenendo conto delle tantissime donne che lavorano in nero, nel sommerso e nell’irregolarità, nonché del tanto lavoro di cura in famiglia non riconosciuto socialmente” I lavori sono stati chiusi dalla segretaria nazionale Cgil, Lara Ghiglione.

“La violenza sulle donne che quest’estate si è dimostrata in tutta la sua gravità in moltissimi territori, e la Sicilia purtroppo è stato esempio – ha detto – è solo la punta dell’iceberg di una condizione che riguarda le donne e che riguarda una cultura del possesso radicata. Questo può accadere solo se investiamo sul lavoro, sulla partecipazione delle donne alla vita sociale, politica, ed economica del paese. L’emarginazione e la discriminazione delle donne sono la base che determina l’escalation, anche di violenza. La Cgil è in campo proprio per determinare un cambiamento culturale e sostanziale nella vita delle donne”. 


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