Lo Stress è una “reazione” che l’organismo mette in atto in risposta a compiti che sono valutati dall’individuo come “eccessivi” rispetto alle risorse e alle energie che crede di possedere per riuscire ad affrontarli.
Quando si avverte quindi uno “squilibrio” tra le proprie risorse psicofisiche e certe sollecitazioni a cui si è sottoposti, si genera uno “stato di tensione” che influenza negativamente la condizione di benessere fisico e mentale.
Lo stress “positivo”
In realtà lo stress non è da ritenere in maniera imprescindibile come qualcosa di negativo, in quanto la “reazione di allerta” che si sperimenta di fronte a certi stimoli ambientali ha un “forte valore evolutivo”, poiché permette di attivare una serie di risorse che possono risultare “vitali” in situazioni di pericolo.
Dinnanzi ad una situazione rischiosa l’organismo ha una “reazione di attivazione sia a livello cognitivo, emotivo che fisico”, che ha la funzione di preparare il soggetto ad una rapida azione (difensiva o offensiva), fondamentale per la sua stessa sopravvivenza.
É ciò che abbiamo ereditato in parte dagli animali, e che fa parte di quel prezioso corredo genetico che ha contribuito alla “conservazione della specie”.
Le richieste dell’ambiente esterno
In senso più generale è possibile dire che la “valenza positiva” della condizione di stress sta ad indicare quell’“insieme di risposte fisiologiche” che vengono attivate nell’organismo per affrontare le svariate richieste che provengono dall’ambiente esterno.
E fanno parte della vita quotidiana, necessarie a stimolare dei cambiamenti e consentire un “adattamento” alla realtà circostante e alle situazioni che si vivono.
A maggior ragione in una società come la nostra, che sottopone a ritmi frenetici e richiede alti livelli di performance un pò in tutti gli ambiti di vita, da quello familiare a quelli lavorativo e sociale, non consentendo purtroppo di abbassare mai la guardia…
La fase di esaurimento
Ecco che allora un’“attivazione psicofisica eccessiva per intensità e prolungata nel tempo” mette a dura prova la capacità di resistenza dell’individuo, che rischia seriamente di andare incontro ad una “fase di esaurimento” in cui le energie a disposizione dell’organismo, che sono limitate, si consumano.
Certe condizioni di tensione intensa e duratura determinerebbero cosí un’“alterazione delle capacità di adattamento e risposta alle sollecitazioni cui si è sottoposti“, rischiando di determinare l’insorgenza di “stati di malessere” sia a livello organico che psicologico
Le conseguenze negative dello stress
Quando ci si sente “stressati”, si possono avvertire dei disturbi sia livello fisico quali tensioni e dolori muscolari, mal di testa, tachicardia, alterazioni del sonno, disturbi della digestione, che a livello psichico come nervosismo ed irritabilità, senso di agitazione e di preoccupazione costante, frustrazione ed impotenza, incapacità di concentrazione e ridotta capacità decisionale, sovraffaticamento e bisogno di “staccare la spina”.
Se la condizione di stress si “cronicizza”, in quanto non si riesce a contrapporre alla tensione costante e protratta nel tempo uno “stato di rilassamento” che permetta di all’organismo di “recuperare” rientrando in una situazione di normalità grazie al ripristino dei parametri fisiologici, si può purtroppo andare incontro a serie patologie come disturbi cardiovascolari, aritmie cardiache, infarti, diabete, ulcere gastriche, ansia e depressione.
Stress: una questione “soggettiva”
Quel che è importante sapere è che non esiste un parametro oggettivo per misurare lo stress negativo, in quanto “ogni persona reagisce diversamente ai diversi stimoli” tanto che un evento stressante per qualcuno potrebbe non esserlo per altri: tutto dipende dall’”attribuzione soggettiva” che gli individui fanno degli eventi, unitamente alla “stima delle loro capacità” di farne fronte.
È possibile tuttavia individuare alcuni fattori che risultano “tipicamente stressanti” per la maggior parte delle persone: ad esempio, molti dei grandi eventi della vita sia piacevoli che spiacevoli (il matrimonio, la nascita di un figlio, un nuovo lavoro, o la morte di una persona cara, una separazione, un licenziamento, il pensionamento, problemi familiari e difficoltà relazionali…).
Ma al di là di questo, non può mancare una riflessione su alcune caratteristiche della nostra società che appare oggigiorno sempre piú incentrata sulla “competizione” e sull’“apparire”, e su “standard” estetici, familiari, lavorativi e sociali il cui raggiungimento comporta un notevole impegno ed un relativo dispendio di energie, tali per cui i motivi di stress si possono ritenere all’ordine del giorno.
Come fronteggiare lo stress
La soluzione ottimale sarebbe quella di poter eliminare, a monte, le cause che lo determinano; ma questo non sempre è possibile. Ecco che allora bisognerá lavorare sulle “modalità di gestione” dello stesso, a partire dalla “consapevolezza” della condizione in cui ci si trova.
Imparare a riconoscere lo stress è infatti molto importante proprio perché, in virtú di certi stili di vita odierni che considerano “normali” abitudini errate, si potrebbero sottovalutare alcuni comportamenti che a lungo andare risultano essere molto deleteri.
E dato che difficilmente si può intervenire su certe cause ambientali, si potrá sicuramente agire su sè stessi, e più precisamente sui propri “pensieri”, visto che la percezione degli agenti stressanti è soggettiva (e più gli stimoli esterni sono considerati pericolosi e minacciosi, più l’individuo risulterà stressato).
E sulle “azioni abituali” per capire quali tra queste sono d’aiuto e quali favoriscono o aggravano invece la condizione di stress.
In quest’ottica la persona è considerata un “soggetto attivo”, che può influenzare l‘impatto degli eventi stressanti mediante strategie cognitive, emotive e comportamentali grazie anche al ricorso, se necessario, al supporto di una figura specializzata in ambito psicologico, che possa aiutare a mettere in atto una “gestione piú funzionale dello stress”.
Accanto ad un importante “lavoro di prevenzione” che non si può tralasciare se si vuole salvaguardare a monte il proprio benessere psicofisico.
[La dott.ssa Pamela Cantarella è una Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]