“Non mi pare che ci siano colpe nel Pd, per la vicenda di Caterina Chinnici. Noi siamo un partito con molti problemi e molte cose su cui riflettere. Ma stavolta…”.
Mari Albanese, professoressa, scrittrice, pidina, consigliera di circoscrizione, portavoce della mozione vincente a Palermo, vicina a Elly Schlein. Ecco un punto di vista, sul noto passaggio di campo, che converge da molti orizzonti.
Sicura, sicura?
“Mah, guardi, non mi pare proprio, come le dicevo. E’ vero che ci piace autoflagellarci. Però, io la campagna elettorale per le regionali l’ho fatta senza risparmiarmi, con tutti gli altri. Ci siamo fatti il mazzo, scusi, ma non trovo una espressione più efficace, per la vittoria dell’onorevole Chinnici alle primarie. E anche dopo…”.
E anche dopo?
“Io sono tornata dalle mia vacanze in anticipo, tutti, ripeto, si sono impegnati allo stremo. La vuole sapere la verità?”.
La chiamo per questo.
“Con Caterina Chinnici, tra lei e il partito, non c’è mai stata una connessione sentimentale. All’inizio, ha tentato. Poi, dopo la rottura dei grillini, avrà capito che non c’era niente più da tentare. E ha tirato i remi in barca”.
Come è diventata?
“Impalpabile, invisibile, distratta, introvabile. Noi ci abbiamo provato lo stesso, perché non volevamo perdere. Lei un po’ meno”.
Crede che se ne andranno altri?
“Possibile, mentre altri verranno”.
L’onorevole ha detto anche che tra lei e la nuova segretaria…
“Alt, la blocco subito. Sono scuse risibili, perché i valori del Pd sono sempre gli stessi. Dare la colpa a Elly che è lì da un mese mi sembra una terribile caduta di stile”.
Ma cosa ne pensano a Roma?
“Non lo so. E’ una questione siciliana, in fondo”.
L’antimafia ribolle di sdegno contro la figlia del giudice Chinnici...
“Ecco, questo non mi piace. Non mi piace la gogna mediatica sul dolore e non si fa un omaggio né all’antimafia, né alla memoria. Lasciamo in pace i padri”. (rp)