Ci meritiamo l'autonomia? - Live Sicilia

Ci meritiamo l’autonomia?

Dovremmo chiederci se l'autonomia abbia prodotto la nascita e la crescita di una classe politica regionale e degli enti locali adeguata, culturalmente e moralmente.

Alcuni gentili lettori mi hanno chiesto un parere sulla recente sentenza della Corte Costituzionale (n.255/2014) che abolisce in Sicilia l’esame preventivo del Commissario dello Stato, unico baluardo in questi decenni contro il delirio d’onnipotenza (clientelare) della classe politica isolana, sulla legittimità costituzionale delle leggi regionali. Assolutamente pacifica, direi scontata. Sarebbe stata una palese contraddizione dell’ordinamento mantenerlo mentre nelle regioni a statuto ordinario vige il controllo successivo, giuridicamente meno “opprimente”, eventualmente esercitato dal Governo nazionale (art. 127 Cost.). No, il tema, mi si consenta, è un altro. Salvo Toscano nel suo efficace articolo su Livesicilia, “L’autonomia immeritata”, richiama l’attenzione sulla vera questione, da affrontare finalmente senza ipocrisie.

L’autonomia ce la siamo meritata, la meritiamo? In realtà, devo confessare che l’autonomia siciliana, intesa e applicata in maniera distorta, difesa ad oltranza, per mera convenienza, da politici e partiti di ogni colore, non mi ha mai affascinato. La guardo con diffidenza ripensando alle sue origini legate certamente alla storia della Sicilia, alla sua secolare condizione di forte depressione economica e arretratezza, alle sue pulsioni separatiste, inizialmente incoraggiate dagli Alleati e alimentate da banditi e proprietari terrieri, ma anche, non dimentichiamolo, alla presenza cancerogena dei boss mafiosi, allo strapotere di baroni, latifondisti e caporali che volevano usare l’autonomia per cristallizzare il vecchio sistema di potere.

Oggi ha ancora un senso discutere di autonomia speciale, ammesso che mai ne abbia avuto uno? Le motivazioni storiche sono venute meno, con il loro carico d’ambiguità, l’Italia è un altro Paese, la riforma del Titolo V della Costituzione ci indirizza alla specialità di tutte le regioni. Al di là di ciò, ci dovremmo chiedere se l’autonomia abbia prodotto la nascita e la crescita di una classe politica regionale e degli enti locali adeguata, culturalmente e moralmente, se abbia favorito l’affrancamento dal perenne sottosviluppo, dalla pratica del clientelismo e del favore, se ci abbia regalato la liberazione dalla mafia e dalla mafiosità. Credo di no, anzi, siamo giunti a un livello di degrado della politica, di emergenza economica e di minaccia mafiosa davvero preoccupante. Non è stata utile nemmeno a farci rispettare da Roma che spesso, con la colpevole complicità della casta sicula, ha fatto della Trinacria una terra di conquista di facili consensi, la pattumiera d’Italia, il luogo di sperimentazioni industriali devastanti. L’autonomia non ci ha evitato l’umiliazione di presidenti della Regione condannati o indagati per reati di mafia, non ha impedito il massacro del territorio, delle coste, del mare, non ha reso impossibile per corrotti e corruttori sedere nei più alti scranni delle istituzioni regionali. Allora, chiedo a coloro che si affannano a organizzare convegni sulla specialità siciliana e sulla sua necessità, a cosa è servita?

Abbiamo dimostrato di meritarla, per tornare all’articolo di Toscano? Siamo in grado di replicare alle accuse che ci vengono rivolte di essere un mondo a parte dove privilegi, sprechi, sistemi feudali di gestione della cosa pubblica e spaventose diseguaglianze sociali, voluti e praticati invocando lo Statuto, sono la regola? No, non credo proprio. Da siciliano, felice di essere tale, l’autonomia speciale mi appare come un alibi per continuare nei vizi di sempre. Evitiamo di ostentarla con orgoglio, tanto meno rivendicarla a ogni piè sospinto, quando forse dovremmo invece avvertire comunitariamente quasi un senso di vergogna. Concludo con una metafora che vuol essere, soprattutto, una provocazione. Un genitore coscienzioso affida al figlio le chiavi dell’auto solo quando lo riterrà sufficientemente maturo (autonomo, appunto) da non commettere pericolose imprudenze e, comunque, gliele toglie se causa frequenti incidenti o se viene reiteratamente beccato alla guida in stato di ebrezza. Intelligenti pauca, a buon intenditor poche parole.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI