CATANIA – Ciechi dopo gli interventi di cataratta, forse a causa di alcuni presunti batteri, indagati i titolari delle cliniche, ci sono trenta persone offese, la procura ha nominato i periti.
Ciechi dopo l’intervento, nominati i Ctu
Concorso in lesioni personali, indagati i medici titolari delle cliniche in cui sono stati effettuati gli interventi dopo i quali è insorta la cecità, o quasi, in numerosi pazienti, affetti da cataratta. Alessandra Russo, sostituto procuratore di Catania, ha nominato i consulenti tecnici, sono il medico legale Cristoforo Pomara, Vincenza Bonfiglio, specialista in oculistica, Margherita Ferrante, specialista in Igiene, Maria Assunta Fasciana, specialista in microbiologia.
I periti dovranno ispezionare la clinica che si trova nei pressi del Corso Italia, visitare i 30 pazienti e determinare “la situazione igienico-sanitaria della struttura, la correttezza dei protocolli adottati e il loro rispetto… la sterilizzazione di luoghi e strumenti prima e dopo ogni trattamento”.
Gli indagati sono i due oculisti Salvatore e Antonio Randazzo, padre e figlio, e la direttrice sanitaria della struttura, Valentina Di Maria
I compiti dei periti
E ancora, gli esperti verificheranno “la correttezza della documentazione prodotta dalla struttura in relazione agli interventi eseguiti e ai professionisti sanitari, medici e non medici che vi abbiano partecipato”.
La Procura vuole accertare “la correttezza delle visite e degli interventi eseguiti dagli odierni indagati la eventuale incidenza di detti trattamenti sulle patologie oggi esistenti e se queste abbiano avuto un effetto peggiorativo della salute dei pazienti”.
In conclusione, il magistrato ha chiesto anche di accertare “la tempestività dei controlli e delle successive diagnosi e indicazioni terapeutiche e di ricovero, una volta accertate le problematiche conseguenti agli interventi, nonché le conseguenze”.

