Cinque sistemi di gioco|per il nuovo corso rosanero - Live Sicilia

Cinque sistemi di gioco|per il nuovo corso rosanero

Come giocherà il Palermo di Mangia
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Non sarà come quel “Io non sono un pirla” di Mourinho, ma il “Namu arrispigghiari ‘u sangu” con cui Devis Mangia si è presentato alla platea di giornalisti palermitani rende l’idea dello spirito con cui l’uomo strappato alla concorrenza della Primavera dell’Inter a giugno scorso inizia oggi il suo mandato a orologeria sul palcoscenico della serie A. L’uomo venuto dalla gelida e operosa Varese, scelto dal direttore Sean Sogliano per guidare i ragazzi della formazione ammiraglia del vivaio rosanero, inizia con entusiasmo e sicurezza dei suoi mezzi un’avventura in cui (ragionando cinicamente) non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare.

Le sue ambizioni hanno subito un’accelerazione supersonica improvvisa grazie all’esonero di Stefano Pioli. E alla chiamata di Zamparini ha risposto presente non come un uomo che sa di avere il suo destino professionale segnato, non come un tecnico della Primavera che deve accettare un diktat presidenziale, ma come un allenatore innamorato del suo lavoro, consapevole di potersi giocare le sue chance senza che nessuno gli chieda lo scudetto e soprattutto individuando perfettamente gli uomini chiave che lo potrebbero scortare lungo il cammino breve o lungo che sia della serie A.

“Miccoli è il mio capitano e intendo ripartire da lui – ha detto Mangia ancor prima di mettere piede al Tenente Onorato per dirigere il suo primo allenamento -. Per me è un uomo importante, parlerò con lui perché voglio che sia il primo a trasmettere entusiasmo. La prima cosa che pretenderò dai miei giocatori è proprio quell’entusiasmo che deve stare alla base di una squadra”. Non parlategli di timori, di impegno gravoso o di demotivazione derivante dal fatto di essere stato presentato da Zamparini come un allenatore a tempo determinato, in attesa di un ripensamento di Rossi o Ranieri: Mangia smonta tutti rispondendo col cuore e la felicità di un ragazzo che si muove in Vespa e che ha trovato sulla sua strada un signore che gli ha dato le chiavi della sua Porsche dicendogli: “Tienila tu, finchè non finisce la benzina”. “Il mio obiettivo è la partita con l’Inter, poi si vedrà. Non vedo perché dovrei avere paura o dovrei essere motivato per fare quello che ritengo il mestiere più bello del mondo”.

Come dire, se son rose fioriranno. E così inizia l’avventura di un uomo che da oggi pomeriggio inizierà a studiare gli uomini a sua disposizione e il miglior sistema di gioco per la sua rosa. Nessun passaggio di informazioni con l’ex tecnico Stefano Pioli: “Non l’ho sentito, né lo farò, non per una mancanza di rispetto nei suoi confronti ma per il mio modo di interpretare il mio ruolo di tecnico che non voglio venga influenzato da valutazioni di altri. Voglio studiare i miei giocatori con i miei occhi e come sempre faccio li considererò i migliori del mondo. Io sono fatto così”.

E allora vediamo proviamo a immaginare come giocherà il Palermo di Mangia, un allenatore che predilige il classico 4-4-2 che ben si adatterebbe anche alle caratteristiche della nuova rosa di prima squadra. Archiviato nel cassetto degli esperimenti falliti l’assetto con la difesa a tre, e con gli acquisti di Alvarez, Della Rocca e Barreto, la dirigenza rosanero in sede di campagna acquisti sembra che abbia dirottato la propria bussola tattica verso il più classico dei sistemi di gioco. Un 4-4-2 che consente di coprire tutto il campo affidando agli esterni la maggior parte della responsabilità del gioco.

Data per scontata la linea di difesa formata da destra a sinistra da Aguirregaray, Cetto, Silvestre e Balzaretti, rispetto al Palermo dello scorso anno le maggiori novità riguarderebbero la mediana, con Ilicic che tornerebbe alle origini ricoprendo il ruolo di esterno alto di sinistra, Alvarez sulla corsia di destra e due tra Migliaccio, Barreto e Della Rocca interni. In avanti Miccoli, Pinilla ed Hernandez si troverebbero in concorrenza per due maglie da titolare, con il redivivo Budan possibile alternativa. Il 4-4-2, nella sua declinazione più coperta potrebbe all’occorrenza trasformarsi in 4-4-1-1 con l’unica differenza di Zahavi trequartista dietro una delle punte a disposizione di Mangia.

Non è da escludere un ricorso di Mangia a un sistema di gioco già rodato in casa rosanero, il 4-3-2-1 o il 4-3-1-2 che avrebbe come interpreti principali su una mediana a tre Barreto, Della Rocca e Migliaccio (tutti abituati a questo tipo di sistema utilizzato sia da Rossi lo scorso anno, che dal Bologna e dall’Atalanta da cui provengono i nuovi centrocampisti). A questo punto sarebbe Alvarez ad avere difficoltà di inserimento da titolare a centrocampo ma con la possibilità di agire da seconda punta per sfruttare il suo dribbing e la velocità. In entrambi i casi Ilicic tornerebbe a fare il trequartista con Zahavi al suo fianco nel modulo che prevede una sola punta, da solo in quello che prevede la coppia di attaccanti. Assai più remota appare l’ipotesi di un 4-3-3 in cui Alvarez sarebbe l’esterno destro di un tridente d’attacco completato da Miccoli e Pinilla. Qui di seguito riportiamo cinque possibili formazioni del Palermo alla luce di altrettanti moduli tattici utilizzabili da Mangia in vista di Palermo-Inter dell’11 settembre.

Palermo 4-4-2: Tsorvas; Aguirregaray, Silvestre, Cetto, Balzaretti; Alvarez, Barreto, Della Rocca, Ilicic; Miccoli, Pinilla.

Palermo 4-4-1-1: Tsorvas; Aguirregaray, Silvestre, Cetto, Balzaretti; Alvarez, Barreto, Della Rocca, Ilicic; Zahavi, Miccoli.

Palermo 4-3-1-2: Tsorvas; Aguirregaray, Silvestre, Cetto, Balzaretti; Migliaccio, Barreto, Della Rocca; Ilicic; Miccoli, Pinilla.

Palermo 4-3-2-1: Tsorvas; Aguirregaray, Silvestre, Cetto, Balzaretti; Migliaccio, Barreto, Della Rocca; Ilicic, Zahavi; Miccoli.

Palermo 4-3-3: Tsorvas; Aguirregaray, Silvestre, Cetto, Balzaretti; Migliaccio, Barreto, Della Rocca; Alvarez, Pinilla, Miccoli.


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