PALERMO – “L’indagine della Corte di conti potrebbe essere il presupposto per indurre Crocetta a fare la prima mossa giusta della sua presidenza: dimettersi e risparmiare alla Sicilia altri tre anni di agonia e indicibili sofferenze. Faccia un atto di eutanasia, dimostri il suo amore per la Sicilia, staccando la spina a questo governo che è solo capace di continuare a smentire se stesso con retromarce (chi non ricorda la questione del Muos?) e ripetuti atti contraddittori. Le assunzioni a Sicilia e-servizi, a quanto si apprende, sarebbero state fatte in spregio ad una delibera di giunta che vietava il passaggio dei dipendenti nella partecipata. Ci dicano i siciliani se è ancora il caso di affidare i proprio destini a questa gente, che produce pochissimo e quello che produce è confezionato così male da essere illegittimo o incostituzionale, come ci ricordano le continue impugnative del Commissario dello Stato”. Lo si legge in un comunicato stampa del gruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, che parla di “bomba Sicilia e- servizi” che “non arriva inaspettata”.
“Oltre al contestato transito nella compartecipata – affermano i deputati – attorno a Sicilia e-servizi abbiamo assistito da sempre a manovre poco chiare . Cosa che abbiamo denunciato sempre pubblicamente e con forza. Il numero dei dipendenti cresceva misteriosamente ad ogni audizione tenuta all’Ars, fatto che ci aveva fatto nascere il sospetto che la compartecipata potesse venire usata come testa d’ariete per entrare alla Regione. Diciamo grazie ai magistrati per aver acceso i riflettori sulla vicenda”.
“Se non fosse drammatica – proseguono i deputati- la questione potrebbe essere definita una barzelletta: Sicilia e -servizi è stata prima messa in liquidazione, poi in bonis, poi di nuovo in liquidazione, ma stranamente, all’articolo 27 della legge di stabilità veniva indicata come una delle compartecipate di valore strategico”.