Acireale va con Catania? | L'Udc si spacca in due - Live Sicilia

Acireale va con Catania? | L’Udc si spacca in due

Santo Primavera: "Rimanere con Catania è un sicuro vantaggio". In totale disaccordo il deputato regionale Nicola D'Agostino: "Legge concepita a tavolino".

Città metropolitana
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CATANIA – “È una battaglia retrograda”. Così Santo Primavera, dirigente dell’Udc siciliano ed ex consigliere provinciale, liquida il livore di parte dei sindaci acesi contro “l’annessione” alla città metropolitana di Catania. “Non capisco tutto questo clamore”, riferisce a LiveSicilia. “Chiariamolo, non c’è alcun ingresso da effettuare. La legge da poco votata all’Ars ha incluso quella del 10 agosto dell’95, che ha previsto già le Aci nell’istituenda Area metropolitana. Tanto che la legge appena approvata la richiama semplicemente. È così da anni. In molti finora – continua Primavera – non hanno voluto tenere nella giusta considerazione la faccenda. Forse ci si è cullati su di una prospettiva di benefici. Oggi c’è in previsione la Città metropolitana, per questo che la questione è cambiata”.

Santo Primavera si posiziona dunque in controtendenza rispetto agli umori che stanno attraversando in questi giorni la popolazione acese, anche in forza di una disputa dai contorni più identitari che amministrativi: “Rimanere nell’Area Metropolitana – sottolinea – è un sicuro vantaggio in termini di risorse. I Comuni non perderanno nulla in quanto autonomia, anzi ne guadagneranno in fase di ottimizzazione economica. Occorre tuttavia dimostrare – continua Primavera – una consistente forza politica delle Aci affinché venga riequilibrato il rapporto con l’area catanese. Ciò significa che i Comuni acesi dovranno monitorare tutto il procedimento che porterà all’istituzione ordinamentale della Città metropolitana. È solo così che ci sarà una vera convenienza. Altrimenti, non resterà che avviare il procedimento di fuoriuscita, istituendo un Libero Consorzio”.

Il futuro posizionamento di Acireale nella scacchiera dei nuovi enti locali rischia di essere già da ora uno dei temi roventi della campagna elettorale in corso. Se per l’Udc Santo Primavera, che non ha ancora ufficializzato il nome del candidato sindaco da sostenere, “si sta facendo solo demagogia e parlarne non sposterà davvero nulla in termini di consenso”; dall’altro lato dello scudocrociato, il deputato Ars Nicola D’Agostino, sponsor del candidato civico Roberto Barbagallo, è di avviso differente: “È un tema che condizionerà questa competizione. Di mio – aggiunge il parlamentare dell’Udc – vedo invece una grande opportunità nella costituzione del Libero Consorzio delle Aci. Sono assolutamente favorevole. Mi schiero contro invece l’Area metropolitana, che è stata concepita a tavolino”.

Insomma, se l’Udc acese palesa due velocità sia sul prossimo voto amministrativo, che sulla declinazione del testo di riforma degli enti locali in Sicilia, c’è da registrate inoltre lo scoramento di D’Agostino in merito all’esito complessivo della legge varata con il placet dello scudocrociato: “Quella dell’abolizione delle province era la grande occasione per mettere mano alla riformulazione dell’intero sistema del governo del territorio. È uscita fuori invece una legge raffazzonata, frutto di tantissimi compromessi al ribasso”.

“Non è un granché di legge  – spiega il deputato regionale – che necessita ancora di essere riempita di contenuti. Aspettiamo dunque i decreti attuativi da parte dell’assessore al ramo. I meccanismi che animeranno questi nuovi enti non si sono ancora capiti”. D’Agostino, tuttavia, non intende mostrare il fianco a possibili ripensamenti: “Non sono pentito. Ma avrei preferito votare una legge migliore. Ora – conclude – cerco di ragionare sui lati positivi di questo testo.”


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