PALERMO – La cittadella della Polizia a Boccadifalco, almeno per il momento, non aprirà i battenti. Manca ancora all’appello, infatti, la strada che dovrebbe collegare via Pitré con via Leonardo da Vinci e che il consiglio comunale e la Regione considerano assolutamente necessaria, a meno di non far piombare l’intera zona nel caos.
Lunedì scorso, a Roma, si è tenuto un incontro ai massimi livelli fra i tecnici del ministero dell’Interno e i rappresentanti del comune di Palermo, ossia l’assessore alle Infrastrutture Emilio Arcuri e gli uffici. Un modo per fare il punto della situazione su un progetto da 17 milioni di euro (fondi Fas) che va avanti da anni e che è molto ambizioso: una “cittadella” che riunisca tutti gli uffici della Polizia nel capoluogo siciliano e crei una sorta di polo aggregato a servizio dei cittadini. Il cantiere è partito nel 2011 e finora è stato completato l’edificio principale, all’interno di un’area limitrofa all’aeroporto e in cui dovrebbe trovare posto non solo gli uffici della Questura, ma anche tutti i vari uffici e perfino alloggi per gli agenti.
Ma il Comune, finora, non ha mai rilasciato l’agibilità e il motivo è presto detto: un’opera del genere avrà un enorme impatto sulla circolazione viaria di una zona già di per sé congestionata. Ecco perché il consiglio comunale, ma soprattutto la Regione, hanno chiesto a Roma di realizzare una strada (prevista nel redigendo Prg) che funga da parallela di viale Regione siciliana e della “conigliera” e sia trasversale ad arterie come via Perpignano, via Pitrè, via Da Vinci e via Evangelista Di Blasi. Tutto su terreni per lo più dello Stato e di cui dovrebbe occuparsi il Provveditorato alle opere pubbliche, per una spesa che si aggira intorno ai quattro milioni di euro che serviranno per lo più per gli espropri.
Peccato che il primo stralcio della cittadella sia stato praticamente completato, ma della strada non ci sia neanche l’ombra. Il comune, che già in una conferenza di servizi del 2016 aveva sollevato il problema, ha così negato nuovamente l’agibilità e a Roma si è tenuta una riunione proprio per venire a capo della vicenda: la soluzione potrebbe essere di dare il via libera al primo stralcio, ma a patto e condizione che la strada sia la prima cosa da realizzare con la seconda tranche dei lavori. Un’ipotesi che non convincerebbe troppo Palazzo delle Aquile e che comunque dovrebbe passare nuovamente dalla Regione, col Comune che si farebbe comunque carico delle manutenzione ordinaria.
Insomma, servirebbe una variante della variante per iniziare a usare la nuova cittadella senza la strada prevista e col rischio che comunque il quartiere si ritrovi col traffico impazzito. Un iter dai tempi incerti e dall’esito non scontato.