Civico, la violenza e la speranza | "Ho rifiutato la sicurezza, resto" - Live Sicilia

Civico, la violenza e la speranza | “Ho rifiutato la sicurezza, resto”

Commenti

    Purtroppo viviamo un momento di grande decadimento culturale e sociale del quale questi episodi sono figli. Un periodo nel quale ogni valore ha subito un crollo verticale non sostituito alcun esempio da seguire. Anche io dopo quaranta anni di lavoro in pronto soccorso ho ricevuto un cazzotto come risposta alla mia domanda “Come si sente?” Cosa si può fare? In atto credo nulla, bisogna aspettare che le famiglie e la scuola insegnino alle nuove generazioni il rispetto per il prossimo ed il rispetto delle regole.

    Vorrei dire una banalità: il problema è culturale. Appartengo alla maggioranza delle persone che arrivando al P.S. aspettano di fare il triage, aspettano lo scorrere dei numeri sul display scommettendo su quante ore di attesa dovrà avere prima di essere visitato. Tutto normale fino ad ora… ma c’è un ma. Non scendo dalle montagne e non sono cieco. Nella snervante attesa (più o meno dolorosa) per fortuna in codice giallo/verde (con il governo non c’entra nulla :)) guardi e vedi arrivare un ragazzo sulle sue gambe. Poco dopo arrivano altri 10 suoi amici che, più o meno involontariamente, circondano l’infermiere al triage. Poi arrivano i parenti fuori di melone senza neanche sapere cos’abbia il pargolo. Il tono della voce sale, l’affollamento sale così come la tensione in sala ma… si apre una porta per un qualsiasi motivo e vi si infilano subito i più furbi senza fare più ritorno.
    Dimenticavo un particolare… ditemi voi se è importante o meno… Dopo qualche ora è il mio turno. Seguito in francescano silenzio nonostante il dolore. Si apre per me la porta e sorpresa delle sorprese vedo seduto comodamente su una poltrona intento ad intrattenere medici ed infermieri una persona in divisa.. da G.P.G. Mi viene da dire che svolge il suo “servizio” dalla parte sbagliata della barricata ma francamente mi sfuggono quali siano i suoi compiti.
    Ricevute le cure del caso me ne vado chiedendomi: “ma se avessi fatto venire tutti i parenti ed amici all’ospedale a fare casino avrei aspettato 3,5 ore o sarei entrato liscio liscio?”.
    La cultura appunto. O ce l’hai o non ce l’hai. E ti comporti di conseguenza.

    Il dott Massimo Geraci è un DIAMANTE

    le aggressioni sono sempre da condannare, ma non è possibile che il paziente che entra al P.S. resti solo senza la vicinanza di un familiare anche perché il parente rimasto fuori non sa più niente del familiare, si sta ore ed ore ad aspettare, succede che è il metronotte a dare qualche notizia. Si verifica anche che il paziente anziano non sappia esprimersi con il medico anche sulle sue patologie o farmaci che assume e la cosa diventa esasperante per chi aspetta. Per colpa degli incivili non possono pagare i cittadini perbene.
    Si chiede l’intervento dell’assessore Razza.

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