"Classe dirigente più riguardosa |dell'interesse della città" - Live Sicilia

“Classe dirigente più riguardosa |dell’interesse della città”

Il saluto del procuratore.

La speranza di Salvi per Catania
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CATANIA – Giovanni Salvi saluta Catania. Questa volta è il suo commiato definitivo. Il suo “the end” da Procuratore della Repubblica di Catania. “Un’esperienza appassionante” – così l’ha definita il magistrato che tra qualche ora salirà su un volo diretto a Roma. Una stretta di mano a ogni giornalista che oggi ha voluto incontrare, come suo solito, tutti insieme. Senza privilegi e senza incontri “per pochi”. Un rapporto con la stampa “eccellente” – ha voluto ribadire Salvi – che ha poi chiesto scusa per i suoi “silenzi necessari”. “Spero abbiate capito” – sorride il neo Pg di Roma. Accanto a lui Michelangelo Patanè che prende il testimone, in questo periodo di transizione in attesa della nomina del nuovo procuratore. Che – come Salvi stesso auspica – arrivi presto, ma non solo per “il ruolo di Procuratore capo ma per tutti gli incarichi vacanti”. Ma il magistrato è positivo, anche perché la decisione di incrementare il numero di personale per l’emergenza immigrazione dimostrerebbe una certa attenzione sul Palazzo di Piazza Verga da parte di Roma.

L’immigrazione: un tema in cui “la Procura di Catania è stata all’avanguardia” – afferma Salvi circondato dai microfoni. Certo è una goccia nel mare, ma serve a far capire ai trafficanti che possono, anzi devono, pagare un prezzo con la giustizia visto che mettono in pericolo vite umane”. Sono le inchieste proprio sul traffico di esseri umani quelle che più hanno lasciato un segno nel cuore di Giovanni Salvi. “Hanno un carico emotivo molto forte che è difficile maneggiare – spiega – Il rapporto con le vittime mi è noto, ma questo è diverso, perché qui ci sono persone che cercano la salvezza e una vita migliore. Persone che sfuggono dalla guerra e da diverse forme di discriminazione (di genere e religiose)”. E Salvi porta l’esempio di un padre che ha venduto tutti i suoi averi per poter acquistare il biglietto sul barcone per il figlio che poi è morto annegato. “Aver raggiunto dei risultati sul contrasto dei trafficanti per noi, per me è stato una cosa molto importante”. Anche se poi con amarezza deve raccontare che nonostante gli sforzi, ora l’Egitto non vuole concedere l’estradizione ai tre egiziani considerati i capi di due organizzazioni criminali che gestiscono le tratte di essere umani. Un inghippo giuridico che significa lasciare a piede libero le possibili menti criminali di questa mattanza che ha trasformato il mediterraneo in un cimitero. E a proposito di morti nel canale di Sicilia, Salvi ha diffuso ufficialmente la notizia, già pubblicata da LiveSicilia la scorsa settimana, della richiesta di giudizio immediato nei confronti dei due indagati ritenuti i responsabili della strage del 18 aprile. E sempre sul tema immigrazione, Catania ha avuto la capacità di sorprendere Salvi per la sua capacità di accogliere i migranti e di onorarli. “E’ una cosa in più che mi farà rimanere Catania nel cuore”.

E’ un incontro anche per fornire dati sui risultati raggiunti, ma anche sulle fondamenta realizzate per superare nuove sfide. Il piano organizzativo vive di un’idea guida e cioè che in una “città come Catania il crimine organizzato vive e si rafforza nell’illegalità diffusa”. E per questo le energie sono state dedicate anche ai “delitti contro l’economia”, nome dato al gruppo coordinato da Alessia Natale. Occhi puntati sui crimini legati ai fallimenti. Ma la ristrutturazione ha previsto anche la cancellazione dei gruppi 4 e 5 riformulandoli con il pool di magistrati specializzato in “tutela del lavoro e dell’ambiente”. Molta attenzione alle demolizioni abusive: il settore è affidato al giovanissimo Angelo Brugaletta. Ancora spazio alle nuove leve: Monia Di Marco, alla guida dei reati dei giudici di pace, mentre Rosaria Molè, coordina i vice procuratori onorari.

Abbattimento e bonifica dei registri delle pendenze. Al di là delle cifre, con riduzioni di oltre il 50 percento per molti casi, quello che emerge è il taglio delle pendenze del modello 45, gli atti non costituenti reato. “Un modello dove possono finire involontariamente – chiarisce Salvi – anche fatti gravi che sono sottratti al controllo del giudice e se rimangono anni sotterrati nessuno se ne accorge. Abbiamo preso delle misure molte serie e severe per evitare che questo si verifichi”.

Poi una tirata d’orecchie per le amministrazioni comunali per “lo sportello unico che abbiamo – evidenzia il magistrato – realizzato con grande fatica realizzato, ma senza la collaborazione piena del foro e delle amministrazioni comunali non raggiunge tutti i suoi obiettivi e tutto viene risucchiato nell’ordinaria inerzia”. In quasi 40 comuni la Procura (anche con dispendio di risorse economiche) ha fatto la formazione al personale comuni ma in realtà gli sportelli non vengono fatti funzionare, e “questo è un peccato – evidenzia Salvi – perché la gente deve venire da quartieri periferici di Catania o da altri paesi distanti quando potrebbero utilizzare allo sportello comunale e venire qui una volta sola solo per ritirare il certificato richiesto, anche perché lo devono fare per forza perché così prevede il nostra antiquato sistema normativo”.

Quasi annullato il fenomeno delle porte girevoli a Piazza Lanza. Affinato il sistema delle “direttissime” e in carcere va chi è necessario che vada. Ridotti gli ingressi inutili: da 1000 nel 2011 a una prospettiva del 2015 che si attesta intorno ai 240. Un calo che comporta anche un risparmio economico. Numeri alla mano, ogni ingresso in carcere costa 150 euro allo Stato, e 100 euro ogni giorno di reclusione. In tema carcerario bisogna aggiungere la ristrutturazione del Nicito e l’inaugurazione di una nuova ala che sarà completata entro il 2017.

“Ma se abbiamo ridotto il numero di detenuti perché potevano avere misure cautelari diverse, abbiamo migliorato la nostra capacità di repressione – sottolinea il procuratore – per la criminalità organizzata e i reati più gravi”. Da una relazione del Procuratore Antimafia Catania è la terza procura distrettuale a livello nazionale per qualità e risultati. E in tema di spending review, la forbice riguarda anche i costi delle intercettazioni per cui oggi si spende una media di 3 euro, quando nel 2011 si pagava 20 euro + 3 euro per le spese accessorie. “Risparmio di svariati milioni di euro” – evidenzia Salvi.

La prossima sfida toccherà a Michelangelo Patane – annuncia il Pg di Roma – ed è quella del sistema delle notifiche. “Vorremmo portare Catania al XX secolo, visto che siamo fermi al 1800. Spero che riusciremo a passare – afferma con sarcasmo – dal mulo che passa per i comuni con la trombetta e avverte che c’è la notifica almeno all’ufficio postale che notifica con la targhetta sopra”. Una modifica che “ridurrebbe di alcuni mesi la durata dei procedimenti del distretto”.

Invece è rimasta al palo il progetto di realizzare all’Ascoli Tomaselli la Cittadella della Giustizia. Questa volta però dice Giovanni Salvi, non è colpa né della Regione né del Comune, ma dell’amministrazione giudiziaria. L’unico neo rimasto è il trasferimento del vincolo della destinazione d’uso dal Palazzo delle Poste all’ex presidio ospedaliero, senza quello la Regione non può chiedere l’accesso ai fondi del Pon Sicurezza. Una procedura che a Salvi pare semplice, e invece sembra essere complessa. Domani ci sarà un incontro a Roma sull’edilizia giudiziaria e potrebbero esserci novità in merito.

Alla fine Salvi lancia un appello. “Le forze interne della città devono dare a Catania ciò che merita. Serve una classe dirigente e imprenditoriale meno attenta al profitto immediato e un po’ più riguardosa dell’interesse della città. Vorrei una classe dirigente, e soprattutto imprenditoriale, che volesse bene alla sua città e che lasciasse un segno a Catania che potrebbe essere ancora più bella di quella che è”.

 


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