PALERMO – “Ho tutte le carte in regola. Ho pagato pure le tasse per gli esami”. Non ci sta a passare per un truffatore. Per uno che ha taroccato i titoli al concorso dei vigili urbani. Uno dei tre poliziotti municipali di Palermo sospesi per sei mesi si è rivolto agli avvocati. Rispedisce al mittente l’accusa di avere dichiarato falsamente, nel 1998, di essere in possesso del diploma di scuola superiore per ottenere i gradi di ispettore.
“Cosa vuole che le dica – racconta – è stata una mazzata. La mattina faccio finta di andare a lavorare per non dare un dispiacere ai miei familiari. Sto cadendo in depressione e dire che non ho colpa. Che c’entro io se la scuola Colombo ha consegnato alla Pareto la documentazione incompleta. Mi sono informato – prosegue – e mi hanno risposto che non hanno più i documenti”.
L’istituto commerciale Colombo è la stesso che negli anni scorsi finì al centro dello scandalo dei diplomi falsi. Ad aprile scorso l’ex preside, Alberto Volo, è stato condannato in appello insieme ad altri otto imputati. Sarebbe stato lui, quando era alla guida del Colombo, poi chiuso dal Provveditorato, a fare sparire una sfilza di diplomi che avrebbe distribuito a studenti bocciati alla maturità. Dunque, studenti, disposti a pagare pur di ottenere il diploma senza averne diritto. Altri ragazzi, invece, erano davvero convinti di avere conseguito un titolo di studio e si ritrovarono in mano un pezzo di carta straccia. “Ho fatto istanza al ministero a Roma per verificare la veridicità del mio mio diploma – aggiunge il vigile sospeso -. Ho fatto gli esami davanti alla commissione del Pareto. Ci sono pure i voti, mi sono diplomato. Come è possibile che non c’è più nulla di tutto questo. Ora, dopo quindici anni, mi contestano che ho dichiarato il falso. Perché non controllavano prima? Come faccio a dimostrare il contrario?”.
Nel frattempo si continua a indagare su due fronti. La Procura della Repubblica ha iscritto nel registro degli indagati ventuno vigili che si troverebbero nelle stesse condizioni dei tre sospesi dalla commissione disciplinare. Il Comune continua a cercare la prova, di cui finora non c’è traccia, dell’avvenuto esame e fra qualche tempo potrebbe optare fra due scelte: applicare un provvedimento disciplinare più severo – addirittura il licenziamento – oppure il reintegro in servizio.
In Procura le bocche restano cucite. L’inchiesta dovrebbe essere partita dall’esposto di un vigile che nel 1998 si vide scavalcare dai colleghi. E si è intrecciata con la storia dei diplomi fantasma rilasciati al Colombo e in altri istituti privati di Palermo.