"Cercò di pilotare una gara" | Orazio Colimberti ai domiciliari - Live Sicilia

“Cercò di pilotare una gara” | Orazio Colimberti ai domiciliari

L'ex direttore generale dell'Amia di Palermo è coinvolto, assieme ad altre persone, in un'inchiesta della Procura pugliese nella qualità di dirigente della Aimeri. I legali: "Situazione paradossale".

INCHIESTA A TRANI
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PALERMO – Si trova da due giorni agli arresti domiciliari. Orazio Colimberti, ex direttore generale dell’Amia di Palermo, è coinvolto in un’inchiesta della Procura di Trani.

Dopo la parentesi al vertice dell’ex municipalizzata palermitana, Colimberti è diventato dirigente di Aimeri per l’area sud Italia. Capofila dell’indagine è Giovanni Battista Pizzimbone, presidente del gruppo Biancamano Spa, che controlla Aimeri, una delle imprese leader in Italia nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti. L’accusa è di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

L’inchiesta della Procura pugliese si concentra su un appalto bandito nel 2011 dal Comune di Adria. Secondo l’accusa, Pizzimbone, in concorso con tre dirigenti della Aimeri, tra cui Colimberti, avrebbe cercato di pilotare la gara.

Pochi mesi fa Colimberti ed altri imputati erano stati salvati dalla prescrizione al processo d’appello per il falso in bilancio dell’Amia. Qualche giorno dopo Livesicilia svelò l’esistenza di un’altra indagine che coinvolge Colimberti, e stavolta nella sua qualità di dirigente della Aimeri, per la gestione dello smaltimento dei rifiuti nel Trapnase. Colimberti, in concorso con Salvatore Alestra, direttore generale prima e liquidatore poi della società “Terra dei Fenici, e l’ex senatore Nino Papania sono accusati di corruzione, concussione, omissione di controllo e violazione delle norme in materia ambientale e omissione in atti d’ufficio per non avere vigilato sul corretto smaltimento della spazzatura fra il 2010 e il 2012. In cambio dei mancati controlli avrebbero chiesto e ottenuto posti di lavoro.  Papania si era detto “sorpreso per la notizia”. L’ex senatore avrebbe fatto pesare il suo ruolo di parlamentare per intervenire, dietro richiesta di Colimberti, sul direttore dell’Ato Alestra e far sì che quest’ultimo smorzasse i controlli sul lavoro della Aimeri. In cambio, sia Papania che Alestra, avrebbero ottenuto assunzioni alla Aimeri. “Alestra è estraneo ai reati ambientali che gli vengono contestati – aveva detto l’avvocato Massimo Mattozzi -. Visto il suo ruolo di direttore non è responsabile di eventuali ipotesi di inquinamento”. Sulla presunta corruzione, il legale tagliava corto: “Sono ipotesi inesistenti”. Sulla stessa lunghezza d’onda la tesi difensiva di Colimberti. “Non ci sono gli estremi per la contestazione di reati ambientali visto che Colimberti non aveva alcun ruolo operativo nel controllo dei rifiuti conferiti. Sulla ipotesi di corruzione riteniamo che basti citare il fatto che esiste un contenzioso civile per le pesanti penali applicate alla Aimeri. Altro che corruzione”.

Ora sul capo di Colimberti piove una nuova grana giudiziaria. E stavolta sono scattati i domiciliari. I legali di Colimberti, gli avvocati Valentina Castellucci e Mauro Torti, annunciano che “presenteremo riesame nonché richiesta di essere sentiti dal pm titolare di Trani. Sin d’ora evidenziamo, però, il paradosso di un’ipotizzata ingerenza nella predisposizione del bando rispetto all’inserimento nello stesso di un requisito tecnico che escludeva matematicamente Aimeri dai potenziali partecipanti. La società, infatti, non ha partecipato alla gara che è stata aggiudicata ad altro soggetto, coinvolto secondo quanto appreso dai media già in un’altra inchiesta Per fatti inerenti la stessa gara”.


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