CATANIA- Colpo di scena nel filone romano dell’inchiesta Mafia capitale, il decreto di giudizio immediato a carico degli uomini di Massimo Carminati è stato notificato ad Anna Aloisi, sindaco di Mineo del Nuovocentrodestra e rappresentante legale del Consorzio Calatino terra d’accoglienza, nella qualità di persona offesa.
La Aloisi, nella qualità di presidente del consorzio che ha gestito il Cara di Mineo, sarebbe, secondo i magistrati romani che hanno svelato gli interessi della mafia nel business migranti, “vittima” del sistema gestito da Luca Odevaine e dai pezzi grossi della cupola romana.
L’atto è stato notificato al sindaco di Mineo dopo le verifiche del procuratore Giuseppe Pignatone ed apre importanti scenari anche in relazione alle indagini in corso a Catania.
La Aloisi è, infatti, indagata dalla Procura etnea per turbativa d’asta, ma si tratta solo di una fase preliminare d’indagine e la notifica dell’avviso di garanzia è avvenuta contestualmente al sequestro di copiosa documentazione all’interno degli uffici del consorzio calatino Terra d’accoglienza.
Altra indagine a suo carico riguarda presunte promesse di assunzioni all’interno del Cara di Mineo in favore di consiglieri comunali, un caso di parentopoli al vaglio della magistratura.
Due Procure quindi, in questo momento, stanno vagliando il comportamento del primo cittadino di Mineo e, al momento, nel filone principale dell’inchiesta Mafia capitale, quello che ha inchiodato i massimi esponenti della mafia romana, Anna Aloisi è, per i magistrati, vittima. Dopo le inchieste che abbiamo condotto negli ultimi mesi sul Cara di Mineo, è bene sottolinearlo.