Ecco, cari amici inglesi, da siciliani ironici potremmo definire quello che è successo, in una traduzione maccheronica, che azzardiamo solo per assonanza fonica: ‘a bad figure’. Cioè, una ‘malafiura. Ve lo diciamo col sorriso sulle labbra, ma ve lo diciamo: non si fa così. Non si fischiano gli avversari che escono per infortunio e nemmeno gli inni, non si tolgono dal collo le medaglie e soprattutto non si prendono a botte, mediante vile agguato, i tifosi della squadra avversaria. Come dite: le facciamo anche noi italiani cose del genere? Forse sì, ma voi siete gli inglesi quelli che si sientunu i’ miegghiu (the best). E allora?
Ora, questa è anche una grossolana presa in giro, un po’ lo ammettiamo. Si fa presto a dire: gli inglesi, come gli italiani, come i siciliani. Invece, ognuno è quello che, singolarmente e irrepetibilmente, rappresenta. Un cialtrone che picchia gli inermi supporter vincitori è un cialtrone, punto e basta. Però, dopo millenni di sfottò, di pastasciutta, pizza e mandolino (in senso deteriore) ci sia consentito prendervi, appunto, un po’ in giro, con sciroccata indolenza, come se fossimo tutti l’ironicissimo zio di Johnny Stecchino, quello del ‘ciaffico’ (the traffic, oh yes). Anche l’ironia è una importante maestra di vita.
E, insomma, noi che vogliamo bene alla Regina Elisabetta, a 007 che la gente l’ammazza con un certo stile, tra un Martini e una sparatoria. Noi che siamo stati iniziati al culto del rispetto del fair play e dell’atarassia britannica da una prof di inglese molto brava e molto convinta in tema di anglofilia. Noi che restiamo ammirati ogni volta che ci capita di pensare che il signor Gioacchino Marrone, alle vostre latitudini, si trasforma in Jack Brown ed è – con tutto il rispetto, signor Gioacchino – un’altra musica. Noi che abbiamo ascoltato tante vostre bellissime canzoni, estasiati, per poi scoprire che il testo sembrava scritto da un bambino dell’asilo che aveva preso un colpo di sole.
Ecco, cari amici inglesi, noi ci siamo rimasti male. Perché, come direbbe Shakespeare: “Basta una goccia di male per gettare un’ombra sulla virtù”. Tuttavia, vi perdoniamo con la magnanimità dei vincitori, rammaricandoci del fatto che non siete stati capaci di perdere in nome del fair play che vi avrebbe reso un pizzico meno infelici nella notte di Wembley. Infatti, questo è quello che vi è rimasto addosso: l’ombra densa dell’incapacità di accettare il risultato, la vera e totale sconfitta senza rimedio. James Bond non approverebbe.