Commercio, Fiorentino | mette in mobilità 30 dipendenti - Live Sicilia

Commercio, Fiorentino | mette in mobilità 30 dipendenti

Il negozio Fiorentino di via Libertà, a Palermo

Un'altra azienda storica cede alla crisi. Dopo 123 anni di attività, una delle famiglie più note di Palermo, è pronta a mettere in mobilità i propri dipendenti. “Un'emorragia di posti di lavoro che, anche nei primi mesi del 2013, ha fatto registrare dati allarmanti", commenta Mimma Calabrò, segretario della Fisascat Cisl Palermo-Trapani.

PALERMO – La carta intestata recita: “E. Fiorentino spa – Orefici dal 1890”. Centoventitré anni in cui una delle famiglie più note di Palermo ha rappresentato il volto “ricco” della città. Un’azienda, nata come pioniera del dettaglio d’oreficeria, ma immaginata poi come Tiffany d’Europa, che oggi è pronta a mettere in mobilità i propri dipendenti. Trenta su quarantanove. Così come si legge nella comunicazione preventiva inviata ai sindacati. “I motivi che determinano la situazione di esubero – si legge nella nota – sono da ricercarsi essenzialmente nel fatto che il settore ha subito nel corso degli ultimi anni gli effetti involutivi dell’andamento dell’economia e, in particolare, l’umore della potenziale clientela che, in periodi di crisi economica, ma soprattutto di crisi di fiducia si orienta diversamente per quanto attiene l’acquisto di generi considerati comunque voluttuari”. Tant’è che, continua la nota, la contrazione maggiore si è registrata su settori quali l’articolo da regalo e la gioielleria che, tradizionalmente, si rivolgono a una clientela con reddito medio che ha reagito alla crisi contraendo gli acquisti.

Ma la crisi non è cominciata adesso per Fiorentino. Il trend negativo ha cominciato a manifestarsi nel 2008, aggravandosi l’anno successivo. In particolare, secondo i dati resi noti dall’azienda, si è passati dai 13 milioni di ricavi nel 2007 ai 10,2 del 2008, diventati 7,6 nel 2009; 8,8 nel 2010 (unico caso di incremento rispetto all’anno precedente); 7,5 nel 2011 e 7,01 nel 2012. Numeri che hanno portato la società a muoversi in un’ottica di riorganizzazione aziendale, ricerca di nuovi mercati e nuove iniziative volte ad ampliare il mercato locale, come l’apertura del punto vendita di Trapani. E contemporaneamente avviando una riduzione degli orari di lavoro e il ricorso alla cassa integrazione in deroga “in relazione alla necessità di contenere i costi del lavoro in rapporto all’andamento dei ricavi”. Ma anche questo non è bastato. E che la crisi non fosse in fase di rientro i dipendenti lo avevano chiaro già da un pezzo. Non a caso lo scorso 3 novembre alcuni di loro avevano manifestato davanti al punto vendita di via Libertà: “La cassa integrazione sta per scadere – dicevano – e dal primo di gennaio siamo disoccupati” (GUARDA IL VIDEO).

Purtroppo, continuano dall’azienda “anche per il 2013 si evidenzia un andamento dei dati in ulteriore flessione rispetto a quelli del 2012 (con una flessione del 37%), benché il dato di flessione maggiore, pari a circa il 50%, lo si ha sul margine e ciò è correlato alla scelta aziendale di ridurre il proprio margine per mantenere il volume dei ricavi e le quote di mercato”.

Quindi una stoccata anche alle banche: “La proprietà al fine di salvaguardare la continuità dell’attività economica è intervenuta con finanziamenti immettendo somme per oltre 1,5 milioni. L’intervento si è reso necessario in considerazione del fatto che gli istituti bancari sia per l’andamento dei bilanci sia per una generale politica di restrizione creditizia non hanno sostenuto la società nel percorso di salvaguardia della continuità aziendale”.

Ragion per cui, aggiungono, Fiorentino ha dovuto procedere a una riduzione del personale. E, nello specifico, la mobilità riguarderà 2 dipendenti della direzione amministrativa, 4 dei servizi schedatura di via Roma, 4 addetti al reparto vendita gioielleria, 2 addetti alla vendita orologi, 9 addetti vendita articoli da regalo e lista nozze, 2 cassieri e 6 addetti ai servizi ausiliari alla vendita. “Non si arresta l’emorragia della perdita dei posti di lavoro in Sicilia che, anche nei primi mesi del 2013, ha fatto registrare dati allarmanti – commenta Mimma Calabrò, segretario della Fisascat Cisl Palermo-Trapani –. La crisi occupazionale, figlia della crisi economica, ha alimentato un circolo vizioso, calando il numero degli occupati, i livelli della produzione e i consumi. Una politica responsabile e consapevole dovrebbe sentire l’obbligo morale e civile di convocare le parti sociali (sindacali e datoriali) per mettere in campo azioni finalizzate a contrastare la crisi”.


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