Commissione affari istituzionali: ancora un buco nell’acqua. La seduta c’è stata ma, come paventato da più di un osservatore politico, la spinosa vicenda delle nomine non è stata risolta. Il punto sarà affrontato domani. Pochi i deputati presenti: l’azzurro Stefano Pellegrino, i pentastellati Gianina Ciancio e Salvo Siragusa, il leghista Vincenzo Figuccia e il dem Giuseppe Lupo. Il numero di parlamentari necessari per il garantire numero legale è di otto: il parere della commissione non è vincolante se trascorrono venti giorni senza averlo espresso. Pesano in quest’ottica anche le assenze di alcuni membri dell’opposizione come Antonello Cracolici e Claudio Fava al netto della linea della maggioranza che non si presenta quasi scientificamente in commissione.
Sarcastico e tagliente il commento del capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo: “Questa maggioranza non è in grado di nominare nemmeno un capo di condominio”. “Purtroppo anche oggi assistiamo al mancato raggiungimento del numero legale, noto con dispiacere che il rischio è che si proceda ancora una volta con il meccanismo del rinvio e quindi del silenzio-assenso: frutto di un clima complicato nella coalizione che spero possa presto risolversi con un atteggiamento responsabile da parte di tutte le forze politiche”, commenta il leghista Figuccia.
Tutto rinviato a domani, dunque. Anche la seduta dell’aula è stata rinviata. La causa? L’assenza del numero legale. Un assist per l’opposizione. “Sos maggioranza cercansi all’Ars! Anche oggi a sala d’Ercole abbiamo infatti assistito alla liquefazione dei deputati che sostengono il governo Musumeci: assenti e aula rinviata per mancanza del numero legale. Eppure si doveva votare un documento finanziario di una certa rilevanza, il rendiconto 2019. Tutto questo non è accettabile, Musumeci tragga le sue conclusioni”, commenta a caldo il segretario del Pd, Anthony Barbagallo. “Sono spaccati su tutto, si arrovellano sulle nomine e litigano anche attraverso gli organi di stampa – prosegue – sulla prossima candidatura alla presidenza della Regione mentre la Sicilia assiste attonita, l’Ars paralizzata e il Governo è impegnato soltanto in inutili passerelle”. “Musumeci non può pensare – conclude – di tirare avanti così fino alle prossime elezioni, lo faccia per il bene dell’Isola: si dimetta e la chiuda qui”. Non si lascia attendere il commento del Movimento Cinquestelle. “Ancora una seduta a vuoto in aula e per le nomine in prima commissione, e intanto la Sicilia aspetta. È ormai chiaro che Musumeci non controlla più la maggioranza, che, evidentemente, ha solo sulla carta. Se si deve andare avanti così, meglio per tutti che il presidente faccia un passa indietro e chiuda questa tormentata legislatura”, dichiarano i deputati pentastellati. “Le lotte intestine alla maggioranza, fotografate alla perfezione dalle dichiarazioni al vetriolo riportate dalla stampa in questi giorni si ripercuotono con tutta evidenza nei lavori parlamentari, di fatto congelati da mesi. Oggi Musumeci non è riuscito a raccattare uno straccio di numero legale pur precettando quasi tutti i suoi assessori. Peggio è andata in prima commissione, dove le nomine attese si trascinando di settimana in settimana senza che riesca a trovare il numero minimo per poterle votare. La cosa assurda è che si chiede alle opposizioni di essere responsabili. Ma se la maggioranza ha altro a cui pensare e snobba le importanti votazioni in aula, non è certo colpa nostra”.