(di Peppino Caldarola – da “il Riformista”). Beppe Lumia è un parlamentare siciliano di lungo corso. Nelle scorse elezioni riebbe il seggio dopo aver minacciato di candidarsi con l’Italia dei valori di Di Pietro. La sua è una storia di militante della lotta alla mafia. Tuttora viene protetto per evitare che le cosche, come hanno più volte minacciato, si accaniscano contro di lui. E’ stato anche presidente della commissione antimafia. Insomma il suo cursus honorum è ineccepibile anche se alcuni suoi detrattori lo considerano fondamentalmente un “raccomandato”.
Oggi lumia si è messo alla testa di un’area del Pd che si dichiara federalista e che vuole governare il partito fuori dagli schemi romani. In particolare si segnala una sua predilezione per un rapporto più stretto con il governatore siciliano Lombardo. Altri esponenti di punta del Pd, come il segretario regionale Lupo, l’ex deputato Mattarella ed Enzo Bianco, invece, considerano questa scelta di Lumia esclusivamente dettata dall’opportunismo e dal trasformismo e ne denunciano il pericolo. Mattarella ne ha chiesto le dimissioni da senatore. Massimo Cacciari è intervenuto, così è sembrato leggendo alcuni lanci di agenzia, a favore di Lumia con la tesi che il Pd ha l’obbligo e l’urgenza di scegliere la strada federalista pena l’estinzione. Questi sommariamente gli schieramenti. La Sicilia è una regione importante anche per il Pd che prende pochi voti laggiù. Forse invece che perdere tempo a discutere su “compagne e compagni” non sarebbe il caso di occuparsi di Palermo?