Comune di Palermo, è caos conti | Inviate le carte a Procura e Mef - Live Sicilia

Comune di Palermo, è caos conti | Inviate le carte a Procura e Mef

Duro atto d'accusa dei magistrati contabili sui rendiconti 2015 e 2016. Chiesta una manovra correttiva e di verificare il possibile danno erariale.

LA CORTE DEI CONTI
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PALERMO – Un atto d’accusa durissimo. Al termine del quale i magistrati contabili annunciano l’invio delle carte alla Procura della Corte dei conti per la verifica di un possibile danno erariale, e anche alla Ragioneria generale che fa capo al Ministero dell’Economia e delle Finanze. È caos conti al Comune di Palermo.

La deliberazione della Sezione di controllo della Corte dei conti che solleva il velo dai tanti problemi contabili del Comune racconta in 98 pagine fitte di “bacchettate” all’amministrazione Orlando, le “numerose criticità” riscontrate all’esito di una operazione di verifica compiuta tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017. Al centro dell’approfondimento delle Sezioni riunite, i rendiconti 2015 e 2016 del Comune.

E l’elenco delle anomalie è lunghissimo, si diceva. A cominciare dal capitolo relativo al “risultato di amministrazione”: la Corte segnala criticità relative ad esempio alla quantificazione del Fondo per le anticipazioni di liquidità erogate da Cassa depositi e prestiti, quella del fondo rischi legali e contenzioso, uno strano utilizzo del fondo frutto degli incassi per le violazioni stradali.

E ancora, ecco i dubbi “in merito alla modalità di calcolo della percentuale di riduzione dei residui attivi” e sul fondo che riguarda questo tema sulla cui quantificazione la Corte segnala “rilevanti incongruenze”. “Numerose anomalie” sono state evidenziate riguardo al “Fondo pluriennale vincolato”. Dubbi altrettanto forti per la “gestione dei residui” dove il calcolo non troverebbe riscontro “nelle risultanze del rendiconto di gestione formalmente approvato dal Consiglio Comunale”. La Corte sottolinea in particolare “la consistente cancellazione di residui attivi vetusti da entrate proprie” puntando il dito contro la “cancellazione dei residui riferiti ai canoni di locazione e noleggi dal 1995 al 2008”.

Non finisce qui. La Corte sottolinea anche la gran mole di debiti fuori bilancio del Comune e il pagamento di questi “in assenza di preventivo riconoscimento da parte dell’organo consiliare”. E ancora, ecco il gran numero di pignoramenti, la bassissima capacità di riscossione delle entrate “da recupero evasione tributaria, in costante diminuzione rispetto agli esercizi precedenti”. E c’è poi il capitolo delle società partecipate alle quali la Corte dedica altre pagine zeppe di allarmate segnalazioni. E le risposte date dal Comune, nei mesi successivi, spesso “intempestive” o “in ritardo”, sottolineano i magistrati, non hanno in molti casi fornito rassicurazioni alla Corte. Ne’ ha sgombrato tutti i dubbi la delibera del 28 febbraio scorso.

Così, ecco la decisioni. La Corte ordina al Comune entro trenta giorni di trasmettere la documentazione contabile necessaria. E si precisa che “in caso d’inottemperanza, la Sezione procederà ad acquisizione coattiva della predetta documentazione”. Al Comune viene poi richiesto di lavorare a “un complesso di azioni correttive tempestive ed efficaci” e, prima di esse, di verificare la “sussistenza delle limitazioni previste dall’articolo 188 comma 1 quater del Tuel”. Il riferimento è alla norma che dispone, per gli enti locali in disavanzo, il “divieto di assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge”.

E poi, ecco che la delibera andrà alla Procura della Corte dei conti “per le valutazioni di competenza sui possibili profili di danno erariale” e ai “Servizi ispettivi di finanza pubblica presso la Ragioneria generale dello Stato”. È caos sui conti del Comune.


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