PALERMO – Il piano di riequilibrio del Comune di Palermo passa per un soffio e sui palermitani si abbatte il raddoppio dell’Irpef. Dopo giorni di dibattito e liti, il consiglio comunale dà il via libera per un soffio al piano voluto dal sindaco Leoluca Orlando che evita il dissesto della quinta città d’Italia, grazie al voto determinante del M5s che rafforza la maggioranza. Passato anche l’emendamento che consente di gettare le basi per l’aumento delle ore ai part time che arriveranno a 36 ore nel 2025, bilanci permettendo.
“Il Consiglio comunale ha approvato il Piano di riequilibrio economico-finanziario proposto dalla Giunta, evitando il dissesto e che potrà essere adesso occasione di riorganizzare la macchina comunale e di intensificare l’attività di lotta alla evasione fiscale – si legge in una nota del sindaco Leoluca Orlando diffusa in mattinata -. L’Amministrazione ha sviluppato un intenso dialogo e continuerà la sua interlocuzione con il Parlamento e con il Governo per definire le condizioni per fronteggiare una crisi di sistema che ha paralizzato centinaia di comuni siciliani e ha colpito grandi città come Torino, Napoli, Reggio Calabria e, da molti anni, Roma. La città di Palermo, in collaborazione con gli altri comuni siciliani e dell’intero Paese, ha ottenuto nuove norme e l’erogazione di somme inserite nel decreto fiscale e nella legge di Bilancio dello Stato. Risorse e norme che,sin dall’inizio, sono state espressione di una precisa volontà:evitare il dissesto. Il sindaco, a metà febbraio, stipulerà un accordo con il presidente del Consiglio dei Ministri, previsto dalla legge di bilancio dello Stato, per meglio definire impegni dell’Amministrazione comunale e impegni del Governo nazionale per i prossimi anni”.
L’assessore alla Mobilità Giusto Catania ha commentato l’approvazione del piano di riequilibrio con una nota in cui rivolge “un plauso alle consigliere e ai consiglieri che hanno consentito alla città di evitare il dissesto finanziario. Un sentito ringraziamento a chi ha trascorso tre notti e quattro giorni resistendo alle provocazioni e alle pugnalate. Immensa gratitudine a Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo, che ha investito energie e competenze, recuperando milioni di euro dallo Stato, per costruire un piano di riequilibrio che mette in sicurezza la città, per l’oggi e per domani. La campagna di mistificazioni di chi voleva il dissesto della città, alla fine, non ha retto. È prevalso il buonsenso contro chi voleva fare uno sgambetto al sindaco e alla giunta, sacrificando gli interessi collettivi della città. Chi ha messo la faccia in questa battaglia ha dimostrato una straordinaria cultura di governo: perché le qualità per governare una grande città si dimostrano soprattutto nelle difficoltà. Chi ha voluto e sostenuto il piano di riequilibrio dimostra di avere le qualità per continuare a governare Palermo che non può essere lasciata nelle mani di improvvisati azzeccagarbugli o di sconclusionati urlatori. Una lode particolare a Barbara Evola che, mettendo il suo nome e la sua firma all’emendamento della giunta, ha dimostrato grande senso delle istituzioni, dimostrando che il bene collettivo è più importante della becera propaganda. La politica è una scienza nobile e le istituzioni democratiche non sono una tribuna per ciarlatani”.
“Ancora una volta abbiamo dimostrato la nostra attenzione verso i dipendenti del Comune di Palermo – dicono in una nota i consiglieri pentastellati Viviana Lo Monaco, Antonino Randazzo e Concetta Amella -. Grazie ai voti decisivi del MoVimento 5 Stelle, infatti, è passato l’emendamento che permetterà,entro fine anno, l’aumento a 30 ore lavorative settimanali di tutto il personale part-time di categoria A, B, C e D, e a 32 ore dalla fine del 2023, fino ad arrivare a 36 ore entro il 2025. Inoltre, il Comune di Palermo potrà finalmente tornare ad assumere con un piano di 500 nuove unità lavorative a partire dal 2025.L’aumento orario del personale è strategico nell’ottica del complessivo miglioramento di quei servizi che oggi soffrono di note carenze, ad esempio negli ambiti della Polizia municipale, nelle Circoscrizioni, negli uffici cimiteriali e in svariati altri uffici amministrativi”.
“Dopo quasi 30 ore di Consiglio comunale è stato approvato il Piano di riequilibrio del Comune di Palermo. Che eviterà alla città di fallire,ma comporterà l’immediato raddoppio dell’Irpef per i palermitani. Siamo profondamente dispiaciuti che non si sia trovata una scelta vantaggiosa sul Piano di riequilibrio, che noi non abbiamo votato – dichiarano Igor Gelarda, Marianna Caronia e Alessandro Anello, consiglieri della Lega -. Un piano di riequilibrio fantasioso e ingiusto, che raddoppierà l’ addizionale comunale IRPEF a tutti i palermitani. E con il rischio di non riuscire neanche a stabilizzare i dipendenti comunali part time. E dare a costoro dignità lavorativa e al Comune di Palermo servizi migliori.Ieri notte abbiamo fatto un tentativo, quasi disperato, di evitare il dissesto e al contempo non fare raddoppiare l’IRPEF ai cittadini,recuperando somme da crediti che il Comune di Palermo vanta.Purtroppo, la nostra proposta non è andata a buon fine, per mancanza di fondi.Siamo pronti a rimboccarci le maniche e ricostruire questa città che amiamo”.
Soddisfazione anche da parte del sindacato Csa-Cisal. “Il Comune di Palermo potrà portare a tempo pieno ore tutti i 2.300 lavoratori part time entro il 2025, grazie all’approvazione a Sala delle Lapidi di un emendamento al piano di riequilibrio che prevede anche la stabilizzazione dei 90 Lsu. Riteniamo l’incremento orario una scelta doverosa, specie nei confronti dei palermitani che hanno diritto a servizi migliori ed efficienti, ma vogliamo rassicurazioni sulle risorse a disposizione e sul percorso che dovrà coinvolgere altri soggetti istituzionali, in primis il governo nazionale – dicono Giuseppe Badagliacca e Nicola Scaglione -. Il Csa-Cisal in tutte le sedi aveva chiesto con forza che il passaggio a full time avvenisse subito e contestualmente per tutte le categorie, ma il consiglio comunale ha invece optato per una soluzione che prevede 30 ore nel 2022, 32 ore nel 2024, 34 nel 2025 e 36 nel 2025 – continuano Badagliacca e Scaglione – Ecco perché non possiamo essere del tutto soddisfatti e annunciamo che la vertenza non è certamente chiusa: continueremo a batterci per tutti i lavoratori, finché l’ultimo non avrà firmato il contratto a tempo pieno”.
“Dopo tre giorni praticamente ininterrotti di consiglio comunale, in cui si sono registrate forti tensioni, l’aula, tranne poche eccezioni, ha convenuto sull’opportunità di salvare la città dal dissesto. Il piano di riequilibrio ci dà la possibilità di accedere a finanziamenti ingenti stanziati dal governo proprio per evitare a città metropolitane come Torino, Napoli, Reggio Calabria e Palermo il dissesto e per dare finalmente al nostro Comune la possibilità di investire sul personale, uscendo progressivamente dal dissesto funzionale dovuto all’assottigliarsi del numero dei suoi lavoratori e lavoratrici“. A. dichiararlo sono i consiglieri e le consigliere di Avanti Insieme, Sinistra Comune e Partito Democratico.
A chi ci accusa di “mettere le mani nelle tasche dei palermitani” ricordiamo che l’aumento dell’Irpef è la condizione imprescindibile posta dal governo per firmare l’accordo con i sindaci ed attivare un piano di riequilibrio che potrà essere continuamente riadattato nel tempo. Alle forze politiche che tuonano contro gli aumenti, le stesse che a Palermo tra il 2009 e il 2012 hanno aumentato al 75% la vecchia tarsu e raddoppiato l’addizionale irpef raggiungendo l’aliquota massima dello 0,8%, ricordiamo che sono responsabili delle dissennate politiche che hanno portato al fallimento il gruppo Amia e la Gesip“.
“L’aumento dell’Irpef è stato scritto e votato dalla sinistra. Il Piano di riequilibrio rappresenta il fallimento politico e amministrativo del decennio targato Orlando”. Così, in una nota, i consiglieri di Forza Italia Andrea Mineo e Giulio Tantillo e di Sicilia Futura, Gianluca Inzerillo, Ottavio Zacco e Catia Meli. “Noi abbiamo cercato di migliorare il provvedimento e ci siamo astenuti su alcuni emendamenti con l’obiettivo di non bocciare il Piano tout court, cosa che altrimenti avrebbe determinato conseguenze catastrofiche per la nostra già martoriata città – spiegano -. Abbiamo voluto salvaguardare i lavoratori part time del Comune, mettere la parola fine al precariato e garantirgli il raggiungimento delle 36 ore settimanali. Per tre giorni e notti abbiamo fatto una battaglia durissima a favore della città, non un’opposizione sterile”.
“La finanziaria nazionale – sottolineano i consiglieri – permette alla nostra città di accedere a notevoli somme: per questo non abbiamo ritenuto di non iscriverci al ‘partito dello sfascismo e della demagogia’ e di astenerci soltanto su alcuni provvedimenti”, concludono i rappresentanti di Forza Italia e di Sicilia Futura.
“Si poteva scegliere fra il nero chiaro e il nero scuro nell’approvazione del piano di riequilibrio del Comune di Palermo. Ciò che ci preoccupa è la totale mancanza di una prospettiva futura, anzi, sul futuro si addensano le nebbie di conti in sofferenza e di stangate, come l’aumento dell’addizionale comunale Irpef, troppo pesanti da tollerare per le tasche delle famiglie palermitane, di lavoratori, pensionati e del tessuto imprenditoriale”. Così il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana, commenta il piano di riequilibrio del Comune di Palermo, approvato ieri sera. “Di tutte le tensioni politiche, di una maggioranza traballante improvvisata e variabile di una opposizione che non è riuscita a fare muro, a pagarne le conseguenze sono i contribuenti che si ritrovano con un salasso da~oltre 500 milioni di euro da sopportare per vent’anni. Per non parlare di tutte le incertezze sui conti di Amat il cui riequilibrio è vincolato a tante condizioni, primo di tutto un nuovo contratto di servizio che possa dare certezze al futuro dell’azienda, e che resta sempre a rischio di dissesto. Davanti a tutto questo – conclude La Piana – la cosa ancor più grave è che di futuro si parli solo in termini di indebitamento e non di strategie per il rilancio di questa città. I fondi del Pnrr attendono e sono una occasione da non sprecare, una ultima chiamata alla quale la città di Palermo, per il bene dei cittadini tutti, deve rispondere”.
Sul piano di riequilibrio si è espressa anche Sinistra Civica Ecologista: “Atto necessario per evitare la bancarotta. Future alleanze solo con chi ha mostrato senso responsabilità per il bene della città. Il piano di risanamento è una misura dolorosa, che comporta parziali sacrifici per la cittadinanza, ma necessaria per evitare il dissesto finanziario di Palermo che avrebbe portato le tasse al massimo previsto dalla legge. Si sono evitati danni irreparabili e duraturi che avrebbero compromesso il futuro della città. Negli ultimi anni gli enti locali sono stati costretti a fare i conti con vincoli arbitrari ed equilibri finanziari precari, causati soprattutto dai continui tagli voluti dai governi regionali e nazionali. Non è un caso che tantissimi comuni italiani, in gran parte del Sud, sono costretti a fare i conti con la crisi finanziaria, precipitata in questi ultimi due anni per i danni causati dalla pandemia che sono andati a sommarsi alla storica fragilità del Mezzogiorno. Una futura coalizione progressista per la rinascita economica e sociale di Palermo si è consolidata la notte scorsa ed è rappresentata da chi ha dimostrato senso di responsabilità, votando il piano di riequilibrio per il bene della città. Nessun accordo è invece ipotizzabile con chi, per demagogia e miseri calcoli elettoralistici, ha votato per mandare in bancarotta il Comune di Palermo“.
“Ieri in Consiglio comunale si è assistito al balletto della politica per l’approvazione del piano di riequilibrio. L’argomento delle risorse umane ha tenuto banco, con emendamenti e subemendamenti presentati e poi ritirati, con proposte e controproposte, con discussioni pro e contro l’incremento orario dei lavoratori part-time. Il solito balletto, che per i lavoratori part-time del Comune di Palermo si è tradotto nell’ennesima beffa”. A dichiararlo è l’Fp Cgil Palermo che da sempre chiede il full time per il personale a tempo ridotto e negli ultimi mesi, insieme ai lavoratori, ha messo in campo tutte le procedure previste per cercare di ottenere il tempo pieno per tutti i 2.380 part-time del Comune di Palermo.
Nella nota, firmata dal segretario Fp Cgil Palermo Lillo Sanfratello, dal coordinatore lavoratori part-time e Asu di Fp Cgil Luigi D’Antona assieme al gruppo Rsu Fp Cgil Palermo Luciano Ficile, Emanuele Muratore, Gianfabio Monacò, Michele Manca, Antonella Minasola, Maria Spinella e Giuseppe Spena, si ribadisce la posizione del sindacato per il quale “l’unica soluzione per i lavoratori sono le 36 ore subito”.
La Fp Cgil non accetta il piano di riequilibrio approvato e conferma lo stato di agitazione, con la richiesta ai lavoratori di non svolgere né mansioni superiori né mansioni inferiori, limitandosi esclusivamente alla propria mansione del livello contrattuale, “fino a quando non si proceda con la trasformazione a tempo pieno di tutti i lavoratori (A-B-C-D) e la stabilizzazione dei 90 lsu rimasti.
“Il piano di riequilibrio non risolve né il problema dei lavoratori né il problema dei servizi da erogare alla cittadinanza – spiegano Lillo Sanfratello e Luigi D’Antona – Per questo ribadiamo la nostra contrarietà a questo piano che penalizza sia i lavoratori che la cittadinanza. Inoltre, chiediamo ai dirigenti a non chiedere ai lavoratori part time, ma anche full time, di svolgere mansioni non previste dal mansionario”.
La trattativa sull’aumento delle ore ai part time in servizio da più di vent’anni al Comune di Palermo si è interrotta dopo l’esito negativo del sindacato al tavolo di conciliazione in Prefettura, dove l’amministrazione comunale ha respinto la richiesta di full-time per tutti i lavoratori di tutte le categorie entro il 2022 e non ha concesso nessuna aperture alle rivendicazioni della Fp Cgil.
“Abbiamo chiesto alla politica di farsi portavoce delle nostre richieste e di quelle dei lavoratori, emendando il piano di riequilibrio, per far sì che i lavoratori part-time avessero dopo più di un ventennio il tempo pieno e allo stesso tempo procedere con la stabilizzazione dei 90 ex Lsu rimasti – aggiungono Lillo Sanfratello e Luigi D’Antona assieme alle Rsu della Fp Cgil Palermo – Siamo riusciti a far sentire la nostra voce e quella dei lavoratori presso il Consiglio Comunale, chiedendo a gran voce di non rimandare il full time di questi lavoratori. Ma ancora una volta abbiamo assistito al solito balletto dove tutti contestano e tutti approvano”.