Servono ulteriori approfondimenti su Antonio D’Alì, la richiesta di archiviazione del fascicolo aperto con l’ipotesi di reato per concorso esterno sul senatore del Pdl avanzata dal pm Andrea Tarando è stata respinta dal gip di Palermo, Antonella Consiglio, che ha dato al magistrato altri sei mesi per completare le indagini. Nel dispositivo il giudice ha tracciato le direttive sulle quali dovrà muoversi il pubblico ministero.
A Tarondo è stata chiesta una scheda bibliografica sulla carriera politica di D’Alì dal 1994 in poi. Inoltre è stata richiesto di interrogare alcuni collaboratori di giustizia: Francesco campanella, Vincenzo Sinacori, Gabriele Salvo (parenti dei cugini Salvo di Salemi), Antonio Patti e Francesco Geraci (il gioielliere di Castelvetrano, ritenuto prestanome di Totò Riina). Quest’ultimo, in particolare, avrebbe raccontato di un terreno di D’Alì venduto al superlatitante Matteo Messina Denaro che, sempre secondo Geraci, avrebbe investito i soldi della famiglia in una banca dei D’Alì poi ceduta alla Comit. Una pratica che era già stata aperta da Rino Germanà, ex braccio destro di Paolo Borsellino.
Un’altra questione da approfondire è il trasferimento dell’ex prefetto di Trapani Fulvio Sodano. Per questo il gip ha chiesto di depositare i verbale di Beppe Pisanu, ex ministro dell’Interno. Inoltre sotto la lente giudiziaria le intercettazioni fra Francesco Morici e Tommaso Coppola, arrestato nel 2005 e già condannato per mafia. Il primo si è aggiudicato le ultime commesse più importanti: dal porto di Trapani alla funivia che collega la città ad Erice. Nelle intercettazioni Morici parla a Coppola di D’Alì a proposito di presunti appalti pilotati mentre in un’ambientale si sente Coppola e Francesco Pace, capomafia di Trapani, discutere degli attriti interni a Forza Italia con D’Alì che avrebbero finito per influenzare i loro interessi. A.C.
