Condanna definitiva per bancarotta: in carcere Carmelo Savalle - Live Sicilia

Condanna definitiva per bancarotta: in carcere Carmelo Savalle

La Cassazione ha confermato i sei anni di reclusione per il commercialista e imprenditore di Castelvetrano
LA SENTENZA
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TRAPANI. Condanna definitiva a sei anni per bancarotta fraudolenta per il commercialista e imprenditore di Castelvetrano Carmelo Savalle. A poche ore dalla decisione della Cassazione, è arrivata l’esecuzione del provvedimento da parte dei carabinieri.

Carmelo Savalle, esperto commercialista, 56 anni, è un esponente di spicco della borghesia belicina. E’ fratello del più noto Giovanni: i loro nomi sono legati a un momento di espansione economica la cui espressione più alta fu quella legata al resort a Mazara del Vallo, “I Giardini di Costanza”, appartenente per un lungo periodo alla catena di hotel Kempinsky (che nel frattempo ha riaperto con un’altra gestione estranea alla vicenda).

Sui fratelli Savalle, ma anche sui loro ambiti familiari, si sono susseguiti nel tempo sospetti di collusione con la cosiddetta area grigia di Cosa nostra. Ipotesi di accusa che portarono ad alcune indagini e sequestri a cominciare dal 2012, coordinate dalle Procure di Marsala e da quella distrettuale antimafia di Palermo e condotte dai Ros dei carabinieri e dal Gico della Guardia di Finanza. Tutte risolte in una bolla di sapone.

Dapprima il nome Savalle fu coinvolto in un’inchiesta per truffa, per una presunta cresta che sarebbe stata condotta su finanziamenti pubblici, poi giunse il sequestro di beni per un valore di 60 milioni di euro nell’ambito di una indagine antimafia, sequestro che non fu confermato, con i giudici del Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani che misero nero su bianco l’inesistenza di contatti, di intraneità o vicinanza, tra il gruppo Savalle e la mafia facente capo all’allora latitante Matteo Messina Denaro.

Il nome di Carmelo Savalle si evidenziò per essere stato legato ad un conclamato imprenditore vicinissimo alla mafia, Sarino Cascio: i due erano soci nella “Atlas Cementi”, mentre Giovanni Savalle veniva citato nei verbali di alcuni collaboratori di giustizia e in indagini sull’espansione del potere mafioso sino in Calabria. Tutte ipotesi di collusione che però sono cadute, il Tribunale delle misure di prevenzione escluse anche per Giovanni Savalle l’ipotesi della pericolosità sociale, il decreto intanto è diventato definitivo dopo che nemmeno la Procura di Palermo ha proposto appello.

La bancarotta per la quale invece è diventata adesso definitiva la condanna di Carmelo “Eluccio” Savalle, col pronunciamento della Cassazione, sarebbe relativa alla società che gestiva uno studio commercialistico, “Studio Savalle”, con sede a Castelvetrano, e del quale Eluccio Savalle era legale rappresentante.

La condanna per bancarotta, la cui prima pronuncia risale al 2018 (processo col rito abbreviato dinanzi al gip del tribunale di Palermo), per fatti contestati a partire dal 2010, riguarderebbe anche il fallimento della Mediterranea spa, la società che diede vita al magnifico resort mazarese, e che avrebbe lasciato un buco di oltre 40 milioni di euro e della quale Carmelo Savalle fu dapprima vicepresidente e poi amministratore delegato.


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