PALERMO – “In un momento in cui i rapporti tra salute e industria sono al centro dell’attenzione pubblica, in cui numerose evidenze scientifiche e pubblicazioni di bioetica mettono alla luce come i conflitti d’interesse influenzino l’operato dei sanitari, non possiamo fare a meno di manifestare le nostre preoccupazioni sulle conseguenze dei finanziamenti da parte delle aziende ai congressi sulla salute infantile, e più in generale ai pediatri”. Con queste parole, un gruppo di 30 genitori palermitani si rivolge al prof. Corsello, Presidente della Società Italiana di Pediatria e Presidente del 70° Congresso Italiano di Pediatria “Un mare di bambini”, che si svolgerà a Palermo nel mese di giugno, chiedendo maggior rispetto non solo per la cura dei propri figli ma anche per le famiglie, la società e il Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno. I genitori, avendo appreso del Congresso Nazionale di Pediatria, pur apprezzando l’importanza dei temi che saranno oggetto di formazione e informazione del personale medico, sono rimasti molto perplessi dalla sponsorizzazione delle aziende produttrici dei sostituti del latte materno.
“Pur consapevoli del fatto che medici e aziende possano collaborare nelle sedi opportune, in primis nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti – si legge ancora nella lettera al prof. Corsello – assistiamo con crescente senso di allarme ad altre forme di interazione fra industrie portatrici di interessi in sanità e medici; tali collaborazioni sono più simili a vere e proprie attività di marketing che non ad azioni svolte per l’incremento della salute pubblica, che è invece la missione affidata ai medici. Temiamo infatti che queste costose iniziative da parte di produttori di sostituti del latte materno, e fra queste le sponsorizzazioni ai congressi, abbiano ricadute negative sia sulla salute dei bambini – per la riduzione delle percentuali e della durata degli allattamenti esclusivi (per i quali il nostro Paese non vanta purtroppo tassi in linea con i dettami dell’OMS e del nostro Ministero della Salute), sia sui bilanci delle famiglie per il ricorso a formule artificiali (oltretutto i cui costi sono molto superiori agli altri Paesi), e comportino inoltre maggiori spese anche per il sistema sanitario e sociale per le conseguenze dei mancati allattamenti (si pensi anche alla salute della donna e dell’ambiente oltre che a quella dei bambini)”.
I genitori firmatari della lettera, in questi giorni stanno diffondendo questo messaggio attraverso i canali multimediali. Notevole il consenso ricevuto da cittadini consapevoli e preoccupati e da tanti operatori sanitari che stanno inviando le proprie adesioni da tutta Italia, la richiesta è unanime “fare scelte virtuose che manifestino di fronte all’opinione pubblica autonomia e libertà da ogni possibile conflitto d’interesse e trasmettano dei valori autentici”.