CATANIA – Potrebbe esserci la voglia di rimpasto dietro la polemica alimentata dalla consigliera Erika Marco, dopo il voto sul bilancio. Se l’intento era scatenare la guerra, potrebbe essere stato raggiunto. Numerosi i commenti alle accuse al vetriolo lanciate dalla consigliera, rappresentante della maggioranza in quota Megafono, ai colleghi in relazione al voto sull’ordine del giorno sull’assistenza ai disabili presentato dall’opposizione.
“Io sono per la buona politica – afferma la principale destinataria degli strali della consigliera del Megafono, la consigliera Vanin tra le promotrici della necessità di destinare somme all’assistenza dei minori disabili. L’emendamento è firmato da tutti i capigruppo, per cui non capisco perché polemizzare su un percorso condiviso dall’aula. Quello dei disabili – prosegue – non è un argomento né di destra né di sinistra, di maggioranza o di opposizione. Io sono uscita dall’aula per motivi personali e non trovo corretto questo attacco: l’importante – conclude – è che si sia raggiunto il risultato”.
Non però per la Marco, che chiede una verifica di maggioranza per capire l’atteggiamento dei colleghi usciti dall’aula al momento del voto sul bilancio di previsione, dopo aver votato l’odg di Messina. Tra loro alcuni dei più assidui frequentatori del Consiglio. Come Sebastiano Arcidiacono (Sicilia Democratica) – che ha il record di presenze, l’86% – che rivendica la scelta di aver abbandonato i lavori per motivi politici, dopo aver però votato l’ordine del giorno, determinandolo; Agatino Lanzafame (Con Bianco per Catania), con l’83 per cento delle presenze e Niccolò Notarbartolo (pd), con l’81%, come Ersilia Saverino, anche lei all’81% – contro il 62% della Marco.
Ed è proprio l’esponente del Partito democratico ad alzare i toni politici della vicenda, parlando apertamente di rimpasto. “Trovo noiose le polemiche di Palazzo – commenta – così lontane da tutto e tutti. Ma ritengo assolutamente inopportune le parole e i toni usati dalla consigliera Marco, di maggioranza, nei confronti dei colleghi. Mi sorprende poi – prosegue Notarbartolo – che sia proprio il Megafono, che in questi mesi non ha certo brillato per compattezza e presenza, e che in questo momento non è esattamente fortissimo dal punto di vista politico, chieda una verifica di maggioranza”.
Una stranezza, considerando anche che il Megafono ha già assessori, a differenza dei nuovi gruppi formatisi, Sicilia democratica e Catania Futura, dai quali ci si sarebbe potuti, e ci si potrebbe ancora, aspettare la richiesta di entrare in Giunta.