Conta dei danni dopo gli incendi |Crocetta: "Pagherà la Regione" - Live Sicilia

Conta dei danni dopo gli incendi |Crocetta: “Pagherà la Regione”

Solo a Cefalù il sindaco parla di 20 milioni di euro. E il Comune apre un servizio on line per segnalare i danni subiti.

I roghi di giovedì
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PALERMO – Si contano i danni a Cefalù e nel resto della Sicilia dopo l’inferno di giovedì scorso, quando gli incendi hanno fatto scempio di interi territori. È in corso l’attività di ricognizione propedeutica alla richiesta del riconoscimento dello stato di calamità naturale da parte della Regione nei confronti del governo nazionale.

I danni dovrebbero ammontare a decine di milioni di euro. E la zona più colpita com’è noto è quella di Cefalù. “Tra sostituzione di condutture idriche e una prima messa in sicurezza del costone del lungomare, l’affitto delle case per dare un minimo di sostegno alle persone coinvolte, la sostituzione di impianti elettrici e di segnaletica, ci sono 200mila euro di interventi immediati, che già abbiamo richiesto alla Regione”, spiega il sindaco della cittadina normanna Saro Lapunzina.

Ma questo è solo un antipasto per tamponare l’emergenza. I danni a Cefalù, dove le fiamme alimentate dal potente scirocco e dalle temperature altissime hanno devastato intere contrade, ammontano a cifre monstre. “Si parla di oltre 20 milioni di euro. I tecnici stanno valutando”, dice Lapunzina. I privati hanno sofferto danni ingentissimi. “Per esempio alla casa di Poggio Maria del vescovo emerito Mazzola, che ospitava i giovani per toglierli dalla strada: solo quella ha un milione di euro di danni”, racconta il sindaco dopo un sopralluogo.

Il Comune di Cefalù farà la richiesta di stato di calamità, si sta già predisponendo la relazione tecnica. Toccherà al governo regionale poi chiedere lo stato di calamità al governo nazionale. E il presidente della Regione Rosario Crocetta ha già annunciato nei giorni scorsi che si procederà in tal senso. Anche se oggi, il governatore in conferenza stampa ha detto che la Regione affronterà l’emergenza con proprie risorse. “La dichiarazione dello stato di calamità dopo gli incendi della scorsa settimana e la dichiarazione dello stato di emergenza le chiederemo senza chiedere un euro allo Stato – ha spiegato Crocetta -. Ripristineremo i boschi distrutti con le nostre risorse e indennizzeremo le aziende con le nostre risorse. È uno scatto d’orgoglio del popolo siciliano. Vogliamo dare l’idea di una regione che a testa alta risolve i suoi problemi”.

I danni provocati dagli incendi di giovedì e venerdì sono gravissimi. In due giorni in Sicilia è andata in fumo macchia mediterranea e boschiva più vasta rispetto a quella distrutta dagli incendi in un intero anno nel 2013 e da giugno e ottobre del 2015. Nelle quarantotto ore di fuoco, in cui è bruciata mezza Sicilia, sono divampati contemporaneamente 800 roghi e incendiati 5.626 ettari di terra (di cui 3.747 non boschiva).

Secondo una prima stima della Regione siciliana, ci sono danni per 30 milioni di euro  per il solo rimboschimento. I danni più ingenti provocati dai roghi si contano nella provincia di Palermo, dove sono andati in fumo 3 mila ettari di superficie (2.100 non boscati), nel Messinese (1.200) e in provincia di Agrigento (870). Oltre a Cefalù e alla zona delle Madonie è stato colpito in modo serio il territorio di Monreale, con sfollati e tanta paura, ma fortunatamente pochi danni.

“Il vento era fortissimo, 70-80 chilometri orari, e fortissime erano le temperature, sopra i 45 gradi. Questi sono elementi oggettivi di calamità naturale”, sottolinea Lapunzina, che aggiunge: “Se non ci fossero state queste condizioni, il fuoco si sarebbe fermato laddove era partito”.

Per chi ha subito danni il Comune di Cefalù sta predisponendo sul suo sito Internet (www.comune.cefalu.pa.it) un form da compilare, al quale si potranno allegare anche fotografie. Servirà solo per una ricognizione complessiva. “Successivamente, se ci sarà il riconoscimento della calamità naturale, ci sarà un avviso pubblico”, spiega il sindaco.

A Cefalù alcune famiglie hanno perso la casa, altri hanno subito danni ingenti all’abitazione o all’impresa. Ci sono aziende agricole in cui gli animali sono stati uccisi dalle fiamme. Ci sono montagne senza più vegetazione, come quella del Costa Verde, dove adesso è altissimo il rischio di frane alle prime piogge. Tra le altre attività danneggiate, una discoteca, un ristorante, una serigrafia, il Club Med e altre strutture turistiche. La sola chiusura di queste attività ha causato la perdita di lavoro per circa cento persone. Anche l’Ente Parco delle Madonie sosterrà la richiesta di calamità naturale che sarà avanzata da alcuni sindaci madoniti. Si mobilita anche l’Ebas (Ente Bilaterale dell’Artigianato Siciliano), con il fondo destinato a forme di sostegno in favore di lavoratori o imprese artigiane che hanno sospeso temporaneamente l’attività a causa di “eventi di carattere eccezionale, derivanti da fattori esterni” Per info: Ebas, via Duca della Verdura 33 Palermo. tel 091/307924, mail info@ebassicilia.org).

@salvotoscano1


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