L’affermazione risuona, suo malgrado, amplificatrice di ansie. Ieri, durante l’audizione in commissione Sanità, il dirigente della Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute, Mario La Rocca, ha detto: “A Palermo c’era una evidente escalation dei contagi, in particolare per la diffusione delle varianti, più aggressive. Abbiamo i primi casi di virus in soggetti già vaccinati. Ecco perché è stata adottata la zona rossa in tutta la provincia”. Dove avevamo già sentito una cosa del genere? In una intervista rilasciata a LiveSicilia.it dalla dottoressa Tiziana Maniscalchi, direttore facente funzione del pronto soccorso Covid dell’ospedale ‘Cervello’: “Purtroppo c’è pure qualche anziano ricoverato anche dopo la doppia dose di vaccino, ma è un dato che non deve allarmare. La copertura di Pfizer è al novantacinque per cento. Protegge moltissime persone, non tutti”. Tuttavia, questi sono tempi allarmistici per definizione. Meglio fare chiarezza, cercando di andare al cuore della questione tra vaccini, contagi e ricoveri.
“Il vaccino comunque protegge”
“Non conosco i dati obiettivi dei ricoveri in questione, nello specifico. E’ acclarato che una piccola parte di persone possano ammalarsi e sviluppare sintomi, anche se vaccinate. In più, negli anziani c’è l’immunosenescenza che può avere contribuito – dice il professore Antonio Cascio, infettivologo -. Teoricamente, ma parliamo appunto in teoria non delle vicende che abbiamo sotto gli occhi, anche qualcuno che ha avuto due dosi di Pfizer potrebbe dunque ammalarsi in maniera grave, perché la protezione dalla malattia, diciamo grossolanamente, si attesta intorno al novantacinque per cento. Ma il vaccino protegge in modo quasi assoluto, infatti riscontriamo, nei vaccinati che diventano positivi, forme di Covid molto blande. Poi c’è il discorso delle varianti, prendiamo il caso della sudafricana che potrebbe, ancora teoricamente, alzare la percentuale della scopertura intorno al dieci per cento. C’è sempre una protezione, comunque”. Una precisazione importante: uno studio israeliano, freschissimo, ha messo parzialmente in discussione l’efficacia di Pfizer proprio contro la variante sudafricana.
“C’è chi non sviluppa gli anticorpi”
“Bisognerebbe capire tanti elementi che sfuggono – dice il professor Francesco Vitale, direttore del laboratorio di riferimento regionale del Policlinico di Palermo, un ‘cacciatore’ di varianti -. Se il ricovero è avvenuto per le gravi condizioni dei pazienti o in via precauzionale. La vaccinazione non protegge al cento per cento, ma offre uno scudo molto forte contro la malattia sviluppata in forma severa. Noi abbiamo quattro casi di vaccinati con zero anticorpi, per ragioni diverse, due per una condizione patologica pregressa, gli altri, invece, no. Se potrebbe spuntare una variante in grado di annullare i benefici dei vaccini? Questo, al momento, non c’è e mi pare un orizzonte improbabile. Nel tempo un’evoluzione del genere potrebbe avvenire, ma a quel punto il virus avrebbe cambiato totalmente assetto. La variante inglese è la più presente in Sicilia, si è affermata. viene isolata e non interferisce con i vaccini. Dobbiamo immunizzarci tutti, più il Covid cambia, più è pericoloso”.
Brutte notizie da contagi e ospedali
Nel frattempo, in Sicilia, con l’epicentro di Palermo, il terremoto del virus scuote le nostre giornate con forza. L’ultimo bollettino registra 1.542 positivi e trentatré vittime (QUI tutti i dati). La situazione negli ospedali palermitani è critica. Mentre scriviamo, alle otto di sera del quattordici aprile, il pronto soccorso Covid dell’ospedale ‘Cervello’ ha trentacinque pazienti in carico con un indice di sovraffollamento del 175 per cento. Storie, purtroppo, già raccontate.