"Convertire posti ordinari in covid significa programmare morti"

“Convertire posti letto in covid è come programmare morti”

L'avvertimento di Cristoforo Pomara, ordinario di medicina legale e componente del cts siciliano. Che propone "l'etica solidaristica"

CATANIA – Ci sarà un tempo in cui il covid potrebbe diventare il male minore. E potrebbe essere non così lontano. Non è un assunto da “palla di cristallo” ma è una “profezia” che si basa su dati di logica e di scienza. I reparti dedicati al coronavirus degli ospedali catanesi sono già saturi e questo sta portando a una nuova riconversione di unità operative con il conseguente taglio di posti letto ordinari. Questo porta a uno stallo sulle visite ambulatoriali “considerate non urgenti” e su una serie di controlli di “prevenzione”. Tutto questo porterà effetti pesantissimi.

“Nessuno ha calcolato l’incidenza sui tassi di mortalità a breve ma soprattutto a lungo termine delle riconversioni”, avverte il professore Cristoforo Pomara, ordinario di Medicina legale dell’Università di Catania e membro del Comitato tecnico scientifico siciliano. “I danni che deriveranno dai ritardi e gli stop dell’offerta sanitaria alzeranno i tassi di mortalità della popolazione per i prossimi 5-10 anni. Avremo morti – aggiunge il medico legale – da patologie per le quali tempestive diagnosi e terapie ad oggi le hanno evitate. Avremo fatalità connesse a ritardi nei pronto soccorso saturi e/o ambulanze occupate”. L’analisi di Pomara è molto precisa: “Convertire posti non covid in covid significa programmare morti”.

Professore Pomara, la sua intervista a LiveSicilia il mese scorso è stata quasi profetica. I contagi in età pediatrica sono schizzati?

Non si tratta di profezie, ma di elementari previsioni e, invero, ne troverà tante altre tutte puntualmente realizzatesi. La scienza avrebbe imposto una campagna di vaccinazione di massa e misure di contenimento. La politica può mediare con la scienza, ma non con il virus. Se vaccianiamo e teniamo tutto aperto, è ovvio che il virus cercherà di attecchire sui non vaccinati: quindi in primis su chi non si vaccina e su chi non può essere vaccinato ma anche poi su chi si è vaccinato da tempo, come noi sanitari o le fasce deboli. Poi c’è sempre una percentuale su cui il vaccino non agisce.

La situazione negli ospedali catanesi è nuovamente critica. Cosa non ha funzionato?

Credo sia critica su tutta la rete regionale. Non funziona il sistema dei colori, che agisce a cose fatte. Mi spiego meglio: Lei va in giallo o in arancione quando il virus aumenta la sua diffusione e si saturano i posti letto. È evidente che se stiamo aperti e si vaccina chi vuole, è solo questione di settimane e i posti si saturano. I calcoli predittivi e le previsioni, oggi, dovrebbero basarsi su percentuale di popolazione vaccinata e diffusione del virus e lì bisogna applicare le misure. Lo abbiamo già esplicitato in un parere del CTS il 4 agosto.

Il green pass non è sufficiente a convincere gli indecisi. Lei è per i vaccini obbligatori?

La logica e il razionale scientifico avrebbero suggerito gli obblighi, si è optato per la libera adesione e i risultati parlano chiaro: ogni commento è inutile, superfluo. Spero solo non si debba arrivare agli obblighi a suon di chiusure e campane a morto.

I no vax accusano i giornalisti di nascondere i dati sui ricoveri di Israele dove la maggioranza della popolazione è vaccinata. Dalle sue fonti scientifiche ufficiali quale è la situazione in quel Paese?

I “no vax” credo cerchino gli “stargate”, quindi a loro risponderanno gli UFO. A lei e agli indecisi dico, intanto, che la percentuale di vaccinati in Israele è del 63% secondo la WHO (fonte https://covid19.who.int/region/euro/country/il.), quindi pressapoco come da noi in Italia. Aggiungo, poi, che il fatto che aumentino i ricoveri oggi, è ovvio, perché diminuisce l’effetto del vaccino essendo stati tra i primi a cominciare la campagna vaccinale ed essendo, quindi, più esposte le categorie a rischio. In ultimo, faccio presente che anche in Israele si fa vaccinazione senza misure di restrizione, quindi a circolazione del virus attiva. A riprova, comunque, dell’efficacia della vaccinazione basti vedere la mortalità per Covid in Israele, che in tutto tra prima e seconda fase ha avuto 6.990 decessi, ovvero poco più dei decessi della sola Sicilia, che conta quasi la metà della loro popolazione. Anche questo è un caso e si tratta di numeri taroccati? Quindi, agli indecisi dico ancora: vaccinatevi subito!!! Ai no vax invece dico “nano nano”, come diceva Mork del pianeta Ork. Chissà che non significhi, nella loro lingua, “andatevi a vaccinare”.

Dalla riconversione dei reparti Covid a pagarne le conseguenze saranno ancora una volta gli altri malati. Cosa prevede?

Prevedo un disastro, come è stato finora, perché stiamo piangendo ancora le conseguenze delle prime riconversioni. Penso ai poveretti che dovranno ancora una volta differire visite, interventi, prevenzione, cose che se erano indispensabili, prima del vaccino, oggi suonano come un assurdo e di questo, almeno moralmente, il sistema dovrà assumersene paternità e responsabilità.

Su questo fronte ha proposte?

Ribadisco la mia proposta: raggiunta la soglia di occupazione dei pazienti nei reparti ordinari, si trasferiscano i pazienti covid in altri reparti di tutto il SSN, si promuova un’etica solidaristica che permetta alle regioni meno virtuose, in termini di vaccinazione, di poter mettersi a regime e di potere, però, continuare a curare in normalità le altre patologie. Si resetti, semmai, il sistema delle riconversioni sulla base di una occupazione di posti letto a livello nazionale. Questo eviterebbe anche imbarazzanti alchimie numeriche da parte delle regioni e del Ministero sui posti letto COVID. Anche questa una bufala: aumentare posti letto equivale a riconvertire e depauperare l’offerta sanitaria di base. Un posto letto non fa un medico!!!


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