PALERMO – La prospettiva è l’esercizio provvisorio, la gestione del bilancio regionale in dodicesimi più che una scelta è una necessità. Ma non un rinvio lungo per l’approvazione del bilancio, piuttosto uno o due mesi al massimo di ritardo per consentire l’esame approfondito in Parlamento del documento contabile. Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, durante l’incontro con la stampa per i tradizionali auguri di fine anno, elenca i motivi che lo rendono necessario e detta anche l’agenda.
La scommessa e l’ipotesi di un esercizio provvisorio
Per Galvagno “la vera scommessa è quella di offrire l’anno prossimo ai siciliani una manovra finanziaria che venga fatta entro il 31 dicembre”. Ma questo varrà per l’anno prossimo, per questo c’è il rinvio, non lungo ma pur sempre un ritardo nell’approvazione del bilancio. “C’è una ipotesi d’intesa per un esercizio provvisorio che non deve essere come quello degli altri anni, caratterizzati dal Covid. Non vogliamo mettere in ginocchio tante imprese e i siciliani ma al contempo dobbiamo fare le cose con i giusti tempi. Possibilmente ci sarà un invito da parte dei capigruppo per un esercizio provvisorio di uno, massimo due mesi, e nel contempo lavorare per l’analisi nelle commissioni di merito e in quella del bilancio”.
Le priorità
“Le priorità saranno sicuramente quelle di riuscire a trovare soluzioni nel minor tempo possibile per venire incontro ai tantissimi e gravosi problemi dei siciliani, uno su tutti quello del caro bollette. Non cerchiamo più pannicelli caldi ma soluzioni concrete, reali e sostenibili. E credo che ci siano tutte le carte in regole per essere vicini anche alle esigenze dei territori. Abbiamo un’opportunità unica: abbiamo un governo regionale e un governo nazionale che sono dello stesso colore e quindi ci auguriamo che questa volta ci sia una voce unanime che possa portare a delle risposte fattive”.
“La Sicilia viaggia ad anni luce di distanza da altre Regioni”
Durante l’incontro si è discusso anche del modello autonomista prospettato nella maggioranza di governo. Un’autonomia che non tiene conto del gap tra regioni, un divario che la Sicilia, già regione a statuto speciale, sconta da decenni. “Io non sono contrario all’autonomia, sono contrario al punto di partenza – tiene a precisare Galvagno -. La Sicilia non è nelle stesse condizioni delle altre Regioni d’Italia. Se ci facessero partire dallo stesso nastro di partenza sarebbe una cosa, ma quando la Sicilia viaggia ad anni luce di distanza da altre Regioni che sono più sviluppate sotto il profilo delle infrastrutture, dei collegamenti, della sanità, credo che l’autonomia non sia un’autonomia equilibrata. Se ci mettessero nelle condizioni potrebbe essere una strada percorribile”.
“Governo a Antistrust per combattare il caro voli”
Anche sul caro voli il presidente dell’Ars è pronto a battagliare: “Il caro aerei è un tema che riguarda chiunque debba andare oltre lo Stretto – sottolinea Galvagno – In questi giorni sono stato a Roma e un biglietto di andata mi è costato 12 euro, per tornare in Sicilia le cifre invece sono equivalenti a un viaggio dall’altra parte del mondo. Noi faremo le nostre battaglie ma è un tema su cui devono lavorare anche il governo nazionale e l’Antitrust”.
(VIDEO DI ALESSANDRA GALIOTO)